Secondo ciclo/6. Cauto lo Snals, critica la Gilda, la Uil Scuola invita a "fermare i motori"

Un giudizio parzialmente positivo viene dallo Snals, che parla di “un apprezzabile recupero della cultura dell’istruzione tecnica, patrimonio degli attuali istituti. Mancano, tuttavia – dichiara il segretario generale Gino Galati – alcuni passaggi politici di primaria importanza, quale la conferenza Stato–Regioni (…). Inoltre il finanziamento è ben lontano dal minimo necessario per garantire un avvio responsabile del processo di riforma”.
Per Di Menna, segretario della Uil-scuola, è sostanziale e prioritario il merito del confronto con le rappresentanze sindacali e istituzionali e la partecipazione dei docenti alla definizione della riforma.
“È rimasta elusa – afferma Di Menna – la forte richiesta della UIL Scuola di prevedere un confronto triangolare Governo-Sindacati-Regioni per dare certezze al personale coinvolto in questa riforma” e per evitare “il rischio che venga meno l’impianto unitario e nazionale del nostro sistema di istruzione”. Simile richiesta su incontri triangolari era stata presentata anche dallo Snals.
“Le nostre divergenze sul decreto appena approvato – aggiunge intanto Di Menna – riguardano il mancato coinvolgimento degli insegnanti. Per evitare ‘pasticci’ nella definizione dei programmi, nelle indicazioni nazionali, negli obiettivi di apprendimento occorre fare tesoro dell’esperienza degli insegnanti nelle varie discipline”.
“A questo punto sarebbe più saggio fermare i motori e aprire una discussione in grado di costruire un processo di riforma della secondaria condiviso e partecipato.”
Per la Gilda si è trattato di “un inaccettabile atto di forza del Governo rispetto alle posizioni critiche espresse da forze di maggioranza e di opposizione, da tutte le forze sindacali e in particolar modo dai docenti, che sono stati sistematicamente esclusi dal processo di definizione degli assetti della nuova scuola secondaria”: duro il giudizio di metodo della Gilda che aveva segnalato già l’inopportunità della messa a regime di una riforma scolastica che ha già prodotto disagi e difficoltà nelle scuole, che produrrà danni al patrimonio di valori e di cultura della nostra scuola superiore”. Anche la Gilda chiede di fermare la riforma.
Insomma, una riforma che non piace alla maggioranza di chi la dovrebbe applicare (o almeno a chi li rappresenta).