Secondo ciclo/1. Un parto laborioso

C’è chi dice che quella approvata in prima lettura dal Consiglio dei ministri dello scorso venerdì sia stata l’undicesima bozza messa a punto dall’ufficio legislativo del MIUR. Altri si erano fermati a nove, qualcuno a dieci.
Insomma, un gran lavorio, durato mesi, che ha trasformato in modo profondo l’iniziale impostazione del decreto, apportando una serie successiva di limature e assestamenti, soprattutto rivolti a preservare uno spazio autonomo e riconoscibile per i licei tecnologici ed economici. Su tuttoscuola.com una guida al nuovo testo.
Il compromesso nella maggioranza è stato trovato configurando un’area liceale bipolare, una specie di ellisse a due fuochi, corrispondenti alle due sub-aree, generalista e tecnica. AN – che voleva evitare la “regionalizzazione” dell’istruzione tecnica – si è dichiarata soddisfatta, l’UDC ancora non del tutto (Beniamino Brocca chiede che i “campus”, nei quali dovrebbero coesistere i licei e i percorsi professionali, diano spazio soprattutto agli ex istituti tecnici e professionali), mentre il Nuovo PSI invita governo, opposizione e Regioni a cercare punti di convergenza che assicurino alla riforma un consenso più ampio, per esempio su struttura e obiettivi del biennio iniziale.
Il confronto è appena iniziato: per ora non sono stati resi noti gli allegati al decreto, contenenti le “Indicazioni nazionali” e gli OSA (Obiettivi Specifici di Apprendimento), ma c’è da scommettere che anche su questo non mancheranno le polemiche, come è già avvenuto per i medesimi documenti allegati al decreto n. 59/2004 riguardante il primo ciclo.