Se, per i sindacati, i precari non contano…

Ci ha scritto un’email la nostra lettrice Valentina Prosperini, che lamenta il disinteresse di gran parte dei sindacati nei confronti dei precari, al punto da avere annullato lo sciopero del 24 novembre scorso.

La pubblichiamo, invitando tutti gli altri lettori a intervenire, o a proporre nuovi temi di discussione, scrivendoci come di consueto all’indirizzo dedicato la_tribuna@tuttoscuola.com.

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Lacrime dalla scuola

Abbiamo detto ai nostri studenti e ai loro genitori che siamo in agitazione. Abbiamo detto che non ci sono più soldi, che certe politiche mirano solo ai tagli sconsiderati nella Scuola Pubblica mentre agevolano quella privata; abbiamo detto loro che le classi sono sempre più numerose e non riusciamo a garantire ai nostri figli, agli adulti di domani, l’istruzione di qualità che meritano e cui hanno diritto; abbiamo raccontato di essere in agitazione perché non ci sono interventi sull’edilizia delle scuole le quali versano in condizioni tali da mettere a repentaglio la sicurezza di ognuno dei nostri giovani; abbiamo detto di mobilitarci contro il caro-libri, perché l’istruzione è un diritto di tutti; abbiamo detto che siamo stanchi di non vedere riconosciuta la nostra professionalità; siamo stanchi di sapere sminuito l’impegno che ogni giorno profondiamo, dentro e fuori dalla classe; abbiamo sottolineato come i precari hanno visto togliersi illegittimamente il diritto alle ferie che qualsiasi lavoratore matura con il proprio sacrificio; qualcuno ha fatto sentire la propria voce contro un concorso a cattedra di indubbia inutilità ed inefficacia, prodotto di un calcolo volto al mero guadagno per certe caste inaffondabili nel nostro Paese; abbiamo ribadito che l’apporto del lavoro dei precari della scuola (docenti ed ATA) è fondamentale per tenere in piedi un sistema tanto complesso quanto malconcio. Abbiamo detto che ci è stato tolto il diritto alla malattia, poiché stare male significa vedersi decurtare lo stipendio. Abbiamo gridato forte perché i tagli sulle cattedre di sostegno sono un vero e proprio crimine: la scuola è di tutti, abbiamo detto. Ed abbiamo detto, agli studenti e ai loro genitori, che il contratto dei lavoratori della scuola, vecchio di 6 anni ormai, è stato bloccato fino al 2014 e forse anche oltre; abbiamo detto loro che esso è stato modificato unilateralmente e che 140.000 lavoratori della scuola perdono il loro posto a causa dei tagli sconsiderati. Abbiamo aggiunto che questi stessi tagli hanno impoverito l’offerta formativa a discapito dei nostri figli.

Abbiamo detto loro la verità, e ci abbiamo messo la faccia; abbiamo alzato la voce e convocato assemblee e ci siamo talvolta messi gli uni contro gli altri cercando una mediazione affinché fossimo uniti sotto un’unica bandiera “lavoratori della scuola”; abbiamo detto che avremmo sospeso le gite, le uscite didattiche, i progetti e l’assolvimento di incarichi non obbligatori poiché niente è più retribuito; abbiamo urlato ancora contro i tagli alla ricerca, perché la cultura e la scienza sono il pane dei cittadini di oggi e di domani. Tutto questo abbiamo detto: la faccia del Prof. di Italiano, quella della Prof. di Matematica, quella della Maestra di Sostegno e la faccia del Maestro di Inglese… e tante altre facce, quelle sempre in cerca di fiducia e di un riconoscimento morale e sociale, prima ancora che economico. Abbiamo detto loro di darci fiducia e appoggio, perché siamo motivati dal senso del dovere e non siamo sanguisughe statali scansafatiche. Ci siamo preparati ad una guerra bianca, lo sciopero generale (una volta tanto, generale…)

Il 22 Novembre, con un comunicato congiunto, CISL, UIL, GILDA, SNALS, esprimono la loro soddisfazione e comunicano l’annullamento dello sciopero del 24 Novembre in quanto gli SCATTI DI ANZIANITA’ SONO STATI RIPRISTINATI.

E tutto il resto non conta più? Dico, tutto il resto che fine ha fatto? E la nostra faccia?….. Svenduta dalle prostitute del Governo, i sindacati. Io voglio denunciare, odiati e corrotti sindacati, la vostra connivenza con i poteri forti di questa pseudo-politica e i suoi giochi sporchi e spietati; voglio esprimere il disgusto e l’enorme disprezzo nei confronti del vostro ripugnante atteggiamento; ed esprimo ancora la mia soddisfazione per aver tolto, una volta per tutte, il balzello che vi ho ingenuamente versato ogni mese, per anni; laddove non lo abbia fatto, esprimo la mia soddisfazione per non avervi mai dato un centesimo.

A voi piace giocare con le nostre facce, a noi no. Ora chi mette la faccia per parlare con il papà di Chiara, cassaintegrato? chi mette la faccia per parlare con la mamma di Luca, disoccupata e vedova di un cittadino suicida per la crisi? Con quale faccia guardiamo al volto di Tommaso quando, senza scherzare, ci dice che non ha soldi per acquistarsi i libri di testo?

La nostra credibilità ne esce distrutta, ma lo scempio, ahimè, è solo all’inizio.

Valentina Prosperini, docente precaria della provincia di Treviso

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I lettori di tuttoscuola.com che vogliono dire la loro su questo argomento, possono farlo, scrivendo a la_tribuna@tuttoscuola.com. La redazione pubblicherà gli interventi più significativi. Analogamente, coloro che vogliono presentare contributi originali su cui discutere, possono scriverci usando il medesimo indirizzo la_tribuna@tuttoscuola.com.

Ci è arrivata questa lettera di ‘denuncia’ sulla condizione dei precari “che pochi conoscono a causa dell’assenza di corretta informazione da parte dei giornali e delle televisioni

La pubblichiamo, invitando tutti gli altri lettori a intervenire, o a proporre nuovi temi di discussione, scrivendoci come di consueto all’indirizzo dedicato la_tribuna@tuttoscuola.com.

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Gli insegnanti invisibili

Chi siamo?

Incagliati a maglie strette, dentro camicie di forza confezionate su misura, senza neanche un’ora d’aria, affolliamo, come polli da batteria, le “famose” Graduatorie permanenti o meglio ad esaurimento (cambia il termine, ma non la sostanza), vocabolo consono per indicare persone o meglio automi che si appressano all’esaurimento nervoso .

Per rimanere a galla e non scontrarsi come automobiline da autoscontro, da più di un decennio costretti,  ad arricchire, a proprie spese, senza diritto allo studio e con enorme dispendio di energie, il curriculum professionale per cercare di giungere al traguardo che anno dopo anno diventa come una chimera.

…Si susseguono i governi ed i ministri e, forse per passatempo, si inventano sempre nuove regole o addirittura si variano nel bel mezzo del gioco…

Siamo i precari: docenti, insegnanti e maestri pluriabilitati, plurilaureati e con un bagaglio esperienziale di tutto rispetto acquisito in aula. Da sempre ligi al dovere, con una grande flessibilità mentale preparati per le più svariate supplenze anche solo di pochi  giorni. Pronti al nastro di partenza già circa alle 7:30 del mattino con il cellulare a destra e il telefono a sinistra in attesa di uno squillo. Vite da precari non programmate, ma che si riempiono di gioia ed energia ogni qual volta si entra in aula per scoprire nuovi volti in attesa di apprendere e di succhiare il nettare della conoscenza. Sorrisi, pianti, incomprensioni e ancora conquiste, la realizzazione di un percorso che a piccoli tasselli, insieme ai discenti, si compone sempre in una nuova tela. Allora non molli, non getti la spugna perché essere insegnante ti ripaga di tutti i sacrifici fin qui fatti.

Anno 2012: mentre i docenti  nel frattempo stazionano nelle varie graduatorie ormai dall’ultimo concorso bandito nel 1999 sempre da precari e senza garanzie, il ministro di turno, insieme al governo di turno, concepisce una novità (a suo dire) per dar spazio ai giovani insegnanti che vogliono accedere al mondo scuola e per portare avanti quelli “più meritevoli”.

Ed ecco  che  per  svecchiare i docenti (non servono più… troppo anziani, chissà per colpa di chi, e poco competenti) si vuole  bandire un nuovo concorso a cui possano partecipare anche coloro che non rientrano nelle GE o in quelle del vecchio concorso.

Niente panico! Anche gli anziani docenti delle predette graduatorie possono prenderne parte, ma, beffa della beffa, devono comunque sottoporsi ai test di preselezione basati non su argomenti disciplinari, bensì generici. Ma vorrei sottolineare che noi “vecchi” docenti siamo già abilitati all’insegnamento e, per logica (materia tra l’altro compresa nei test di preselezione) non dovremmo sottoporci ad alcun concorso e a maggior ragione a nessun test di preselezione.

Questa che stiamo vivendo è l’ennesima umiliazione e lo sconforto più grande di questi lunghi anni;  ci sentiamo un po’ come il ciuco che per essere stimolato ad andare avanti, si trova a seguire la carota che gli dondola davanti: lui vorrebbe arrivare a prenderla, ma la carota è legata al bastone e quindi irraggiungibile. Anche noi abbiamo l’impressione di  stare arrivando alla meta, ma per assurdo, questa si sposta sempre più in avanti prima che  possiamo rendercene conto.

Tutto ciò che abbiamo subito in questi anni e che continuiamo a subire è anticostituzionale, lede i nostri diritti di cittadini onesti e lavoratori. Vorrei inoltre sottolineare che il nostro governo,  ha da sempre avuto politici, direi non proprio giovanissimi, che hanno messo in campo la loro esperienza e la loro capacità governativa, così come l’esperienza dei docenti precari storici dovrebbe essere considerata come una risorsa formativa e non come un limite. Non dimentichiamoci infine che in tutte le grandi civiltà, l’anziano maestro era molto ricercato perché fonte di sapere e di saggezza.

Una docente precaria della Sicilia

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