Scuola – Lega, beffate le regioni che non votano PD

È polemica per i posti aggiuntivi in organico di fatto assegnati in via straordinaria alcune settimane fa e ora parzialmente integrati da una ulteriore quota. Alla prima assegnazione i rappresentanti del Veneto, Lega in prima fila, avevano protestato per l’esigua quota assegnata, rispetto ad altre regioni.

L’integrazione ha soddisfatto alcuni parlamentari del PD, mentre ha deluso quelli della Lega. «I 50 nuovi posti aggiuntivi da insegnante assegnati dal ministero dell’Istruzione all’Ufficio scolastico del Veneto, accolti “con soddisfazione” dalle parlamentari del Pd Rubinato e Rotta, hanno il sapore di una beffa. Per il Veneto, infatti, il totale delle cattedre aggiuntive si ferma a 200: poco più di un quarto di quanto assegnato all’Emilia-Romagna, a conferma dei nostri dubbi sull’oggettività e imparzialità dei criteri utilizzati per le regioni non a guida Pd».

Lo afferma Mario Pittoni, responsabile federale Istruzione della Lega Nord, secondo il quale «le briciole raccolte da Veneto e Liguria (dove il Pd è stato sonoramente sconfitto alle ultime elezioni regionali) nel riparto dei posti aggiuntivi, fanno pensare a un uso politico di risorse pubbliche provenienti dalle tasse pagate dai cittadini e quindi al mancato riconoscimento degli stessi diritti allo studio nelle regioni di colore diverso rispetto al Governo.

A insospettire – spiega Pittoni – non è solo il numero ridicolo di docenti aggiuntivi assegnati a Veneto e Liguria rispetto ad altre realtà della stessa consistenza, ma anche le assegnazioni alla Lombardia, trattata come l’Emilia-Romagna che ha meno di metà abitanti».