Scontro politico sui TFA speciali

A poche ore dalla seduta della Commissione cultura della Camera che dovrà esprimersi sulla bozza di decreto per i TFA speciali, è sempre più acceso il dibattito politico sul merito e sui tempi del provvedimento.

Dopo il parere favorevole espresso all’unanimità dalla Commissione istruzione del Senato, sembrava tutto facile per avere una replica simile a Montecitorio, anche se, subito dopo quell’ok, si era parlato di pressioni esterne per fare saltare riunione e parere.

L’on. Ghizzoni (PD), presidente della Commissione cultura, prima di convocare la seduta, aveva preferito sentire l’ufficio di presidenza, in seguito all’allarmismo procurato dalla notizia che PD e PDL sembrava avessero chiesto il rinvio dell’adozione del provvedimento al periodo successivo alle elezioni. L’ufficio di presidenza ha detto sì per domani 6 febbraio.

Questo non ha impedito però prese di posizione contrarie sia da parte del PD che del PDL.

In una intervista al Sole 24 Ore, il deputato Pd Giovanni Bachelet, replicando al Capo Dipartimento del Miur Lucrezia Stellacci che aveva giustificato il provvedimento affermando che non si trattava di sanatoria, aveva parlato di “condono, che ingrosserebbe le fila dei docenti inclusi nelle graduatorie degli abilitati di istituto, creando disparità di trattamento tra chi per abilitarsi dovrà affrontare il test di ingresso e poi il TFA ordinario e chi invece entrerà senza alcuna prova al TFA speciale, che è oltretutto semplificato”.

Il sen. Pittoni (Lega) aveva replicato immediatamente «Ma quale condono?! I Tfa speciali “creano disparità di trattamento” per rispondere a una disparità di situazioni. Che senso ha chiedere di fare pratica in classe a persone che già insegnano da anni?».

«In Europa – aveva spiegato Pittoni – non ci sono gli ostacoli che pone l’Italia all’abilitazione. Nel caso dei Tfa speciali, in particolare, sconcerta che a muoversi contro la loro attivazione sia chi prima lottava per averli; poi – superate le selezioni per i pochi posti a disposizione dell’ordinario (che richiede una macchina organizzativa complessa) – ha cominciato a scagliarsi contro coloro di cui prima si faceva paladino, rendendo palese l’obiettivo: si tratta a tutti gli effetti una guerra tra poveri.

Nel dibattito è intervenuta anche l’on. Gelmini ex Ministro dell’Istruzione “Da Ministro dell’Istruzione – ha dichiarato – mi sono posta il problema della qualità dell’insegnamento e del riconoscimento del talento. Per questo abbiamo istituito il TFA (Tirocinio Formativo Attivo), percorso abilitante con triplice prova d’ingresso, studiato per essere fortemente selettivo e valorizzare i migliori aspiranti.

L’istituzione di un cosiddetto “TFA speciale”, scollegato da ogni logica programmatoria e da ogni selezione, non solo contrasta irreparabilmente con il sistema progettato dal precedente Dicastero, ma vanifica i sacrifici degli abilitati regolari che hanno superato le prove selettive e mortifica la qualità dell’insegnamento oltre a comportare un aggravio organizzativo insostenibile per il sistema universitario.

Solo il nuovo governo, nella pienezza dei suoi poteri, potrà decidere di compiere una tale scelta.

Per questi motivi spero che la VII commissione della Camera bocci l’istituzione del percorso riservato più iniquo della storia scolastica italiana, che provocherebbe un nuovo tsunami di illusioni e conflittualità tra i docenti e vanificherebbe ogni possibilità di ritorno a un reclutamento ordinato, civile ed europeo.

A questo punto tutto può succedere in Commissione Cultura, compresa la possibilità di una non espressione di parere.