Scompare Bergman, maestro del cinema introspettivo

Il regista svedese Ingmar Bergman è morto. Lo ha ha annunciato l’agenzia svedese TT citando la sorella del cineasta Eva. Figlio di un pastore della corte reale svedese, era nato il 14 luglio 1918 ed esordì mettendo in scena numerosi drammi a Goteborg e a Stoccolma. 

 Il successo arriva nel 1956 quando termina Il settimo sigillo che ottiene vari riconoscimenti, oltre al premio speciale al Festival di Cannes; arrivano poi l’Orso d’Oro al Festival di Berlino e il premio della critica al Festival di Venezia grazie a Il posto delle fragole. Tra gli altri capolavori “Sussurri e Grida”, “Sinfonia d’autunno”

 Nel 1982, dopo quarant’anni di attività, Bergman decide di abbandonare improvvisamente il cinema, per dedicarsi al teatro e alla televisione, così nel 1982, realizza il suo ultimo film per il grande schermo, Fanny e Alexander.

La sua grandezza ha fatto scuola, in un cinema colto, tra psicanalisi e riflessione storico-sociologica.