Rischi che incombono sull’organico potenziato

Non si può non riconoscere che l’organico potenziato che tra alcune settimane verrà assegnato a tutte le istituzioni scolastiche costituisce una nota di merito per la Buona Scuola, dopo che per anni se ne era tentato, senza successo, l’avvio.

Fermo restando questo, in questa fase di prima applicazione, tuttavia, questa occasione di rinforzo dell’offerta formativa e di valorizzazione dell’autonomia scolastica rischia di essere in parte vanificata, per almeno tre ragioni. Vediamo perché.

La prima ragione riguarda la copertura dei posti del potenziamento qualora manchi il titolare. Il sottosegretario Faraone, confermando la risposta data dal Miur a Tuttoscuola (http://www.tuttoscuola.com/cgi-local/disp.cgi?ID=36736 ) che aveva ricordato che la norma vieta per quest’anno la sostituzione, ha precisato che “se non arriveranno gli insegnanti richiesti, potranno nominare supplenti“. Ovviamente ce lo auguriamo, ma bisognerà aspettare l’ok del Mef che dovrebbe autorizzare di ignorare il comma 95 della legge 107/15 là dove dispone “A decorrere dall’anno scolastico 2015/2016, i posti per il potenziamento non possono essere coperti con personale titolare di contratti di supplenza breve e saltuaria. Per il solo anno scolastico 2015/2016, detti posti non possono essere destinati alle supplenze“.

Se venisse a mancare l’ok, vi potrebbero essere molte istituzioni con quote di organico potenziato virtuale a causa dei docenti assegnati altrove su supplenza, come è già avvenuto nella fase B del Piano di assunzioni.

La seconda ragione riguarda la distribuzione dei posti ai tre settori interessati (primaria, I grado e II grado) prevista dalla Tabella 1 allegata alla legge. Ormai ‘la frittata è fatta’, ma chiunque può rilevare anche in modo intuitivo che la distribuzione in base alla popolazione scolastica (90% del totale) è stata sbagliata a danno della secondaria di I grado che avrebbe dovuto avere circa 4 mila posti in più assegnati invece alla secondaria di II grado. E non parliamo della distribuzione a livello regionale che, impostata erroneamente, alla fine assegna mediamente circa 10 posti di organico potenziato alle istituzioni scolastiche del Molise e 5-6 a quelle delle altre regioni.

La terza ragione (incombente e possibile) riguarda l’eventuale impiego dei docenti dell’organico potenziato in supplenze temporanee. Finora il Miur ha taciuto in proposito, ma in passato si è già verificato un impiego dei docenti in soprannumero prioritariamente per supplenze anziché su progetti.