Riforma Letta: diplomati a 18 anni, i precedenti e gli ostacoli

Tredici anni per mandarla a regime

Nella proposta del premier Letta di riformare il percorso scolastico, anticipando di un anno l’ingresso (a 5 anni di età) e l’uscita (diplomati a 18 anni), c’è tutto il tentativo di portare l’Italia all’allineamento con la maggior parte dei Paesi europei.

Per questa ragione – diploma a 18 anni – circa quindici anni fa il ministro Berlinguer tentò la riforma dei cicli, abbreviando di un anno il percorso intermedio.

La riforma, pur approvata dal Parlamento e tradotta in legge (n. 30 del 10 febbraio 2000), non venne mai attuata, anche perché venne abrogata e sostituita da una legge di riforma sotto un altro Governo e con un altro Ministro (Moratti).

L’uscita anticipata a 18 anni era un obiettivo (un sogno?) anche di altri Ministri. Proprio Letizia Moratti tentò la proposta di accorciare di un anno il percorso liceale (toh, chi si vede!), ma la sua maggioranza non glielo consentì, costringendola ripiegare sull’istituto dell’anticipo (parziale e facoltativo) di avvio dell’obbligo a 5 anni.

Il ministro Profumo è ritornato sull’obiettivo dell’uscita dal percorso scolastico a 18 anni, incaricando una commissione di esperti di studiare le ipotesi di attuazione.

Sappiamo come è andata: nessuna riforma specifica, nessun input formale, ma soltanto un consenso a sperimentare la riduzione di un anno del percorso liceale, come stanno facendo alcuni istituti paritari.    

L’ipotesi di riforma di Letta spazzerebbe via questa possibile sperimentazione.

Le strutture dei percorsi scolastici rimarrebbero intatte, senza cambiamenti.

Cambierebbe soltanto (!) l’età d’ingresso degli studenti, a invarianza di classi e di organico.

Nessun pericolo di riduzione dei posti (come qualcuno, un po’ troppo frettolosamente, ha denunciato).

Comunque una riforma del genere, salvo accelerazioni pericolose, impiegherebbe tredici anni per andare in porto completamente.