Riforma, le puntualizzazioni dell’assessore

Si sta facendo più forte, a destra come a sinistra, il partito trasversale di coloro che pensano che occorre essere molto cauti prima di smantellare gli attuali istituti tecnici e professionali“.
Lo scriveva Tuttoscuola.com la scorsa settimana (titolo della notizia: “Secondo ciclo/1. Idea: lasciamo tutto com’è. Firmato… (Confindustria)” ). E poi aggiungeva in una news collegata alla prima (titolo: “Secondo ciclo/2. Idea: lasciamo tutto com’è. Firmato… (Rifondazione)“), che un invito analogo viene anche da esponenti dell’opposizione come l’assessore all’istruzione della Provincia di Milano Giansandro Barzaghi, di Rifondazione Comunista.
La notizia non è piaciuta all’assessore Barzaghi, che ci ha scritto. Pubblichiamo la sua lettera e a seguire la risposta di Tuttoscuola.


Egr. Vinciguerra,
in merito all’articolo apparso sul sito www.Tuttoscuola.com dal titolo “Secondo ciclo/2.Idea: lasciamo tutto com’è. Firmato…(Rifondazione)”, vorrei esprimere alcune puntualizzazioni.
Mi amareggia pensare che una rivista che da decenni si rivolge al mondo della scuola possa allontanarsi dalla deontologia professionale che dovrebbe caratterizzare l’informazione.
Questa considerazione scaturisce dalla lettura del Suo articolo che, purtroppo, è chiaramente impostato sulla tecnica dell’estrapolazione di frasi dal contesto, utilizzate capziosamente per sostenere tesi non mie.
Una lettura attenta e puntuale, illuminata da intelligenza critica, avrebbe evitato che la rivista scadesse nella banalizzazione e strumentalizzazione di contenuti che meriterebbero ben altro livello di approfondimento e di correttezza professionale.
Pertanto respingo fermamente ciò che mi è stato attribuito dalla rivista, in quanto dalla mia “lettera aperta” si evince chiaramente un orientamento rivolto al bisogno di innalzare qualitativamente la scuola italiana.
L’impostazione da me sostenuta è quella di una vera e profonda riforma, non imposta dall’alto, ma costruita attraverso un percorso partecipativo. Quindi, ciò che Lei mi attribuisce, cioè la tesi di “sposare e difendere l’esistente”, non solo non corrisponde al testo della lettera aperta al Ministro, ma è il contrario del mio pensiero.
E’ l’applicazione della riforma che farebbe arretrare la scuola italiana, introducendo un sistema duale, classista, che discriminerebbe gli studenti già a tredici anni, imponendo agli stessi una scelta tra il canale dei Licei e quello dell’Istruzione e Formazione Professionale.
Io, invece, sostengo un cambiamento della scuola italiana che valorizzi ciò che di positivo la stessa scuola ha prodotto negli ultimi decenni, in termini di pari opportunità per tutti i ceti sociali.
Per cui ribadisco la necessità di una vera riforma che affronti le criticità dell’attuale sistema formativo (dispersione, abbandoni, qualità della formazione etc) e allo stesso tempo ritengo che non si possa rimanere passivi di fronte ad un tentativo di attuare una controriforma che è caratterizzata solo dal segno meno (meno tempo-scuola, meno organici, meno risorse).
Non si può dimenticare che nella società della conoscenza e nell’economia della conoscenza (Lisbona docet), investire sulla scuola significa creare le condizioni per lo sviluppo socio-economico del Paese, nonché stimolare la crescita di una cittadinanza attiva e responsabile.
L’invito al Ministro ad aprire un dibattito rappresenta il cuore della mia proposta ed evidenzia il bisogno di confronto democratico e di partecipazione.
PorgendoLe i miei saluti chiedo cortesemente, ai sensi dell’art.8 della “Legge sulla stampa” (L.47/48), di pubblicare integralmente la lettera aperta al Ministro a cui Lei fa riferimento nell’articolo, oltre a questa mia replica e precisazione.

Prof. Giansandro Barzaghi
Assessore all’Istruzione e all’Edilizia Scolastica
Provincia di Milano


La risposta di Tuttoscuola:

Umberto Eco sostiene che, spesso, i testi dicono anche ciò che un autore non vorrebbe affatto dire, ma anzi tacere. Perché ci sono i contesti, e soprattutto perché ci sono i lettori. Ci fa piacere, quindi, che, anzitutto, l’assessore Barzaghi non ci rimproveri di aver citato sue espressioni non testuali. Ne sarebbe andato della nostra correttezza.
In secondo luogo, a testimonianza che la nostra notizia e il nostro commento non erano affatto immotivati, notiamo che per argomentare il contrario di quanto abbiamo argomentato, l’assessore non trovi altra soluzione che scrivere esattamente il triplo della notizia che avevamo dato e per di più inviti ad accompagnare questo triplo con la pubblicazione, per renderlo chiaro, dell’intera sua lettera al Ministro (per la verità ormai reperibile sul sito della Provincia di Milano e di molti altri siti informatici).

Quanto all’invito a pubblicare integralmente, invocando la legge sulla stampa, quanto da lui inviato, l’assessore poteva riservare a miglior causa la perentorietà (ci sia consentito di dirlo, poco elegante) con la quale lo ha rivolto. Infatti in trent’anni Tuttoscuola, come i nostri lettori ben sanno, ha sempre dato spazio a tutte le voci, l’avremmo fatto (e lo facciamo) anche stavolta.

Nel merito di quanto pubblicato da Tuttoscuola sul partito trasversale, sempre più forte, contrario a un frettoloso smantellamento degli attuali istituti tecnici e professionali, abbiamo scritto: “un analogo invito viene anche da esponenti dell’opposizione come l’assessore all’istruzione della Provincia di Milano Giansandro Barzaghi, di Rifondazione Comunista, secondo il quale ‘i percorsi quinquennali degli istituti professionali, degli istituti tecnici e dei licei hanno risposto alle diverse caratteristiche dei ragazzi e ai diversi bisogni e obiettivi formativi’, e non si vede dunque perché cambiarli”.

Entrambe le notizie di Tuttoscuola.com erano chiaramente riferite alle caratteristiche degli istituti tecnici e professionali e alla loro collocazione nell’ambito della complessiva riforma del secondo ciclo. Questo era il tema.
Ci è sembrato che l’assessore fosse per conservarne l’assetto esistente.

Se così non fosse, o se nel frattempo ha cambiato idea, lo dica, ne prenderemo atto.
Forse però all’assessore hanno dato fastidio altre parti della nostra notizia, alle quali però egli non fa alcun riferimento nella sua lettera di “puntualizzazioni”: l’accostamento alla posizione di Confindustria, la considerazione sugli esiti sorprendenti dell’attuale stagione politica bipolare, con la sua abitudine ad opporsi “a prescindere”.
Liberissimo l’assessore di non concordare. Ma se è così lo dica, e lasci invece perdere i giudizi su deontologia e correttezza professionale, tecnica dell’estrapolazione di frasi dal contesto, e quant’altro. Accuse chiaramente fuori luogo, che non possiamo, anche per il rispetto dovuto ai tantissimi che ci seguono con attenzione e convinzione da anni, che rimettere prontamente al mittente.

Un’ultima precisazione: il sistema duale, come l’assessore potrà far verificare facendo approfondire ad esempio il “caso” tedesco, non ha nulla a che fare con le scelte compiute dalla riforma Moratti. Ma questo è un altro discorso che riprenderemo volentieri, se sarà il caso.