Reclutamento: perché non facciamo come in Polonia?

Pubblichiamo l’intervento del lettore Pasquale Almirante in risposta alla testimonianza sottostante di Eupremio Guadalupi. Invitiamo gli altri lettori a inviarci le loro riflessioni sull’argomento e a proporre nuovi temi, tramite l’indirizzo dedicato la_tribuna@tuttoscuola.com.

—-

Credo che con similare presunta facilità a entrare si possa pure licenziare, a parte le garanzie di cui oggi gode il docente di ruolo in Italia, compresa pure la libertà di insegnamento e la non genuflessione davanti al dirigente.

P.A.

—-

Sulle modalità di reclutamento dei docenti ci ha scritto il lettore Eupremio Guadalupi, che suggerisce di adottare il modello polacco, che non prevede graduatorie. Invitiamo gli altri lettori a inviarci le loro riflessioni sull’argomento e a proporre nuovi temi, tramite l’indirizzo dedicato la_tribuna@tuttoscuola.com.

—-

Gentile Redazione,

chi vi scrive è un insegnante italiano di Inglese, ora in pensione da 3 anni, che ha insegnato nella scuola media superiore per 40 anni. Vorrei passarvi notizie di prima mano sulla modalità  di reclutamento del personale docente in Polonia (e non solo), che contrasta completamente con il caotico e disperato modo in cui un aspirante docente italiano inizia a insegnare (se inizia).

In Polonia non ci sono punteggi, graduatorie nè cose simili per diventare insegnanti. E’ più o meno come nel privato: dopo aver terminato l’università e il corso pedagogico (SSIS), mandi il curriculum direttamente alla scuola e aspetti. Se il tuo CV piace, ti chiamano e se superi il colloquio ti prendono.

Mi chiedo quando e come il numeroso esercito di abilitati italiani potrà mai iniziare ad insegnare o passare di ruolo, vista la folle trafila da seguire: laurea, abilitazione, domanda, inserimento in graduatoria, aggiornamento periodico della graduatoria permanente ad esaurimento, graduatorie d’istituto, badare a non sbagliare il punteggio, attendere mesi, anni, che squilli il telefono per una eventuale supplenza breve.

E così passa la vita, così aumentano le tensioni sociali, così creiamo più sbandati e sfiduciati che tardivamente, forse, inizieranno a coltivare un progetto di vita.

Perché i vari passati governi italiani, unitamente ai sindacati, hanno consentito che la situazione divenisse drammatica e senza sbocchi?

Cordiali saluti

Eupremio Guadalupi

—-

I lettori di tuttoscuola.com che vogliono dire la loro su questa lettera, possono farlo, scrivendo a la_tribuna@tuttoscuola.com. La redazione pubblicherà gli interventi più significativi. Analogamente, coloro che vogliono presentare contributi originali su cui discutere, possono scriverci usando il medesimo indirizzo la_tribuna@tuttoscuola.com.