Quasi 3 mila posti di docente in meno, evitata la scure da 12 mila

Era atteso e temuto il taglio di oltre 12 mila posti deciso nel 2001 dalla legge finanziaria e alla fine tra tagli e istituzione di posti la diminuzione complessiva è stata “solamente” di circa 3 mila unità.
Soddisfazione per il contenimento dei tagli negli ambienti ministeriali; critiche invece da parte sindacale che avrebbe voluto di più. Ora bisognerà vedere come reagirà il ministero dell’Economia.
Nei diversi comunicati sindacali sugli organici, anche per arrotondare la cifra della loro critica, ai circa 3 mila posti cattedra che si perdono in organico di diritto i sindacati hanno aggiunto altri mille posti tagliati per effetto della riduzione di esoneri e semiesoneri, previsti nell’ultima finanziaria per i collaboratori dei dirigenti scolastici, nonché ulteriori mille posti che se ne vanno per il pensionamento di personale in esubero e di collocati fuori ruolo per motivi di salute.
Ovviamente questi ultimi due mila non sono posti di organico di diritto.
Non si perdono posti o cattedre. Vi saranno, questo sì, posti in meno a settembre per le nomine dei supplenti annui. Ma questo è un altro discorso.
Un aiuto al contenimento delle riduzioni dell’organico di diritto è venuto dalla riforma, perché gli articoli 14 e 15 del decreto legislativo n. 59/2004 hanno confermato gli organici della scuola media e i posti del tempo pieno e del tempo prolungato, almeno per l’anno scolastico 2004/2005.
L’aiuto maggiore è comunque stato determinato dall’effetto anticipi e inglese nella primaria che ha consentito un aumento di 2.900 posti che ha annullato il taglio nello stesso settore di 2.200 posti.
Le regioni del nord e del Centro escono meglio di quelle del sud dalla riduzione di organico con il Veneto e la Lombardia che complessivamente registrano un aumento di posti, mentre Sicilia e Campania riducono le cattedre di oltre 500 unità.