Quando i calendari erano corti e i ponti erano lunghi

La sortita del premier a proposito delle troppe vacanze degli italiani (o dei troppi ponti che interrompono la produttività del sistema) non poteva non richiamare l’attenzione anche sulle vacanze scolastiche.

Oggi la durata del calendario scolastico è di livello europeo, tanto che gli studenti italiani sono tra quelli che in Europa hanno il maggior numero di ore di lezione.

Ma prima? 25 anni fa, ad esempio, com’erano le vacanze e i ponti nella scuola italiana?

L’anno scolastico cominciava il 1° ottobre, ma i primi giorni erano riservati agli esami di riparazione degli alunni… rimandati, appunto, a ottobre.

Il 4 ottobre era già festa per il patrono d’Italia, San Francesco. A novembre alla festa dei Santi si univa anche la vacanza per i morti e, di lì a poco, la festa delle forze armate del 4 novembre.

A dicembre la festa dell’Immacolata e poi le vacanze natalizie fino all’epifania compresa.

L’11 febbraio era vacanza per i patti lateranensi. Il 19 marzo era vacanza per la festa di S.Giuseppe.

Arrivavano poi le vacanze pasquali, il 25 aprile, il 1° maggio e il 2 giugno, festa della Repubblica.

Le lezioni terminavano intorno alla metà di giugno (ma un anno le lezioni terminarono il 31 maggio).

Le festività religiose dell’Ascensione e del Corpus Domini ricadevano in giovedì, ed era vacanza a scuola. Naturalmente la festa del S. Patrono non mancava.

Il calendario era di circa 170 giorni contro gli attuali “almeno” 200 e aveva qualche ponte in più.

Se, come dice il ministro Moratti, la qualità dei risultati scolastici in Italia è bassa nonostante i tanti giorni di scuola rispetto al passato, allora la cura del premier contro i ponti potrebbe non servire a migliorare la qualità formativa.