Tuttoscuola: Non solo statale

Profumo: Necessario dialogo tra sistema scuola, università e lavoro

Un “modello liquido, facile da dire, ma difficilissimo da fare, in cui sistema scuola, sistema università e sistema lavoro non siano sezioni separate”; e un “investimento sulla gestione del transitorio, uno dei periodi più critici della vita di una persona, attraverso l’orientamento”. Sono i punti principali su cui ha puntato il ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, intervenendo al convegno ‘Investire nei giovani: se non ora, quando?’ di questa mattina all’Auditorium Santa Margherita.

Credo – ha spiegato – che il Paese debba attrezzarsi per avere quel modello stabile di orientamento che ancora manca, per dare ai ragazzi le informazioni necessarie per fare scelte coerenti con le loro aspettative, ma anche con una base rispetto alle prospettive future. Certo noi siamo il Paese dell’ultimo momento, e va invece ripresa la parola ‘pazienza’, iniziando con l’orientamento almeno un anno prima. E poi vanno individuati tutti gli attori importanti: i primari sono i ragazzi più grandi, che hanno il linguaggio per trasferire le proprie esperienze ai più giovani. Ma non vanno dimenticati anche gli operatori del mondo del lavoro e le istituzioni. E poi il processo di orientamento non deve terminare nel momento in cui viene fatta la prima scelta, ma ci vuole anche un orientamento ‘in itinere”, perché sono convinto che diminuirebbe anche il fenomeno della dispersione. Bisogna insomma mettere i ragazzi in condizione di scegliere, ma in modo consapevole”.

Profumo ha quindi apprezzato l’idea, lanciata dal rettore di Cà Foscari, Carlo Carraro, che il messaggio da lanciare è quello che le università siano in grado non solo di “dare le basi per avviarsi verso un percorso per ‘trovare’ lavoro, ma anche per ‘crearlo’, per sé e per gli altri: questo ci permetterà di acquisire quell’aggressività nell’innovazione che è elemento fondamentale per la crescita del Paese”.

Cosa può fare – ha concluso Profumo – il Ministero? Credo che, negli anni futuri, il trasferimento di risorse dovrà avvenire attraverso tre grandi aree: la formazione didattica, i risultati di valutazione di ricerca (per una quota che, a regime, sarà del venti per cento) e una programmazione triennale che dia dinamicità, attivando un processo virtuoso che consenta una maggiore ristrutturazione con elementi che diano risposte al mondo del lavoro e alle richieste dei nostri giovani”.

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