Perché i talebani bruciano le scuole

Ben 183 scuole sono state bruciate in Afghanistan negli ultimi due anni a seguito di attentati e vere e proprie incursioni di cui si sono resi responsabili i guerriglieri talebani.
Ne dà notizia Amnesty International in un rapporto dedicato all’analisi della condizione dei diritti umani in quel Paese. Come conseguenza delle ripetute azioni terroristiche più di 50 scuole sono state chiuse, per motivi di sicurezza, nelle sole province di Kandahar e Helmand, e circa 200 nel Sud dell’Afghanistan.
Decine di migliaia di studenti sono così costretti a restare a casa, e la situazione non fa che peggiorare giorno per giorno, malgrado gli sforzi compiuti dal governo per aumentare la sicurezza delle scuole e degli insegnanti. Gli analisti sono concordi nell’individuare un preciso disegno degli integralisti talebani dietro questa serie di attacchi alle scuole pubbliche: quello di diffondere nell’opinione pubblica l’idea che solo il ritorno al potere di un regime a guida talebana aprirebbe prospettive di migliori condizioni di stabilità e sicurezza
Il prezzo da pagare sarebbe, naturalmente, il ritorno al sistema educativo tradizionale, con la chiusura delle scuole “laiche” a frequenza mista istituite dai governi filooccidentali negli ultimi anni, l’esclusione delle donne dagli studi superiori e il ripristino delle scuole coraniche (madrase) per gli uomini. E pensare che 2500 anni fa, non lontano dall’Afghanistan, Ciro il grande si distinse, fra l’altro, anche per aver proclamato la libertà religiosa…