Tuttoscuola: Non solo statale

Parità e "bonus": dibattito a sinistra

Il “bonus” per le famiglie che scelgono le scuole paritarie è sacrosanto. Anzi, arriva in grave ritardo. Chi lo dice? Mentre una parte della sinistra “scolastica” si attesta su posizioni sempre più rigide, considerando anche il “bonus” come una prova del carattere reazionario e anticostituzionale dell’attuale politica scolastica, un’altra parte della stessa sinistra sostiene che la colpa del governo è caso mai quella di non aver dato pronta attuazione alla legge n. 62/2000, che proprio tale intervento a favore della scuola paritaria prevedeva, riconoscendone la natura di soggetto facente parte a pieno titolo del sistema nazionale di istruzione.
In un articolo comparso sul quotidiano “il Riformista”, Vittorio Campione, già capo della segreteria del ministro Berlinguer, se la prende con i parlamentari del centrosinistra, che anziché rivendicare il merito di aver varato la legge n. 62, “restano su un terreno solo ideologico, laicista” e mostrano difficoltà “ad andare oltre la reazione pavloviana della demonizzazione delle posizioni altrui”.
Nell’analisi di Campione non manca un accenno critico, in parte retrospettivo, al ruolo frenante svolto dalla “corporazione” (leggi sindacati della scuola), che privilegiando la difesa degli interessi materiali immediati del personale ha impedito al centrosinistra di sviluppare una strategia di più ampio respiro, alla ricerca di una migliore qualità e di una maggiore competitività del sistema scolastico nel suo insieme, compreso il settore delle scuole non statali.

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