O si trasferiscono i ragazzi o si trasferiscono gli insegnanti

A Porta a porta il premier respinge le accuse di deportazione dei docenti assunti

Mentre si va stemperando il temuto trasferimento in massa di docenti assunti in ruolo, grazie soprattutto alle nomine in supplenza che consentono a molti di rimanere sotto casa, il premier Renzi, intervenendo ieri sera a “Porta a Porta”, si è voluto togliere, come si suol dire, qualche sassolino dalla scarpa, a proposito delle polemiche sulle assunzioni degli insegnanti.

Non è giusto aver parlato di deportati, quelli sono di settanta anni fa; – ha detto – abbiamo visto che c’è tanta gente che rischia la figlia, come il padre di Kobane.

Ci sono persone che non hanno il posto fisso e firmerebbero con il sangue per un posto fisso a 50 chilometri. Utilizzare la parola deportati è stato ingiusto e sbagliato“.

Noi questa cosa non la facciamo solo per sistemare gli insegnanti, che è giusto – ha aggiunto – ma non posso far fare i figli se non ci sono cattedre. Se in Puglia ci sono 20 mila insegnanti è normale che qualcuno se ne possa andare se vuole il posto fisso: o trasferisco gli insegnanti o trasferisco i
ragazzi. Dunque bisognerà che si sposti qualche insegnante, poi può tornare indietro
“.

Proprio a proposito della Puglia, dove nei giorni scorsi il governatore regionale, Emiliano, aveva dichiarato la disponibilità della Regione a concorrere alle spese dei docenti assegnati lontano da casa, nel corso della trasmissione “La radio ne parla” di ieri mattina lo stesso Emiliano ha dichiarato che i docenti pugliesi nominati fuori regione sono soltanto un centinaio: il dramma si è quindi fortemente ridimensionato.

Sempre nel corso di quella trasmissione radiofonica vi sono stati diversi interventi di radioascoltatori che non hanno condiviso la drammaticità della questione dei nominati fuori regione, evidenziando come sia nel settore pubblico che in quello privato la mobilità per un posto di lavoro lontano da casa è abituale e accettata, anche con ricadute in ambito familiare.