
Nuove nomine grazie al “pettine”. E gli arretrati?
Gli Uffici scolastici territoriali dovranno, dunque, rimettere mano alle graduatorie provinciali in ossequio alla sentenza della Consulta e poi rivedere le nomine di supplenza annua o fino al termine delle attività didattiche secondo i nuovi punteggi.
Non dovrebbero esserci problemi né giuridici né economici per gli altri docenti nominati a suo tempo, mentre i nuovi aventi titolo potranno disporre di nomine di pieno valore giuridico per le quali, tuttavia, occorrerà una contestuale verifica con le graduatorie delle altre province in cui gli interessati sono iscritti (soprattutto per quella base di prima iscrizione di residenza) per evitare doppioni (l’informatizzazione delle graduatorie dovrebbe facilitare le verifica).
Se la verifica accerterà che gli interessati hanno comunque avuto a suo tempo una nomina, tutto finirà lì, ma se risulterà che non sussistono altre nomine a loro favore, la nuova nomina dovrebbe avere pieno valore giuridico e anche economico. Ci saranno automaticamente arretrati per le mancate nomine oppure gli interessati dovranno aprire una vertenza civilistica nei confronti dell’Amministrazione scolastica?
In merito i pareri sono difformi, ma sembra prevalere la previsione che le nuove nomine abbiano automaticamente l’effetto di assicurare gli arretrati spettanti.
Il numero esatto di questi aventi diritto all’inserimento a pettine non è noto, ma è stato stimato sugli 8-10 mila a cui potrebbero aggiungersi altri 5mila circa che hanno seguito altre vie di ricorso.
Su quel numero del tutto ipotetico di circa 15 mila precari (al massimo) da sistemare si sono fatti i conti dei costi complessivi: l’ammontare finale potrebbe arrivare, con gli arretrati di due annualità, a circa 900 milioni, ma si tratta di una ipotesi-limite. Con tutta probabilità, tuttavia, i costi saranno di gran lunga inferiori a quella cifra, perché buona parte di quei ricorrenti avevano ottenuto nella loro provincia la nomina di supplente annuo o fino al termine delle attività.
È presto per conoscere esattamente quanto costerà l’operazione “pettine”, ma si può ritenere che, ridimensionato il numero effettivo degli aventi titolo e verificata la loro posizione, i costi potrebbero essere al di sotto dei 100 milioni. Che non sono pochi, ma non sono una catastrofe. Ma, soprattutto, non rappresentano un costo da liquidare in breve tempo.
Solo gli utenti registrati possono commentare!
Effettua il Login o Registrati
oppure accedi via