Nessuna assunzione

Eravamo stati facili profeti (vedi TuttoscuolaNEWS n. 60 del 15 luglio) a prevedere, prima della comunicazione ufficiale del ministero e delle scontate reazioni sindacali, che non ci sarebbero state le nomine in ruolo entro il 31 luglio.
Non c’erano più i tempi tecnici, avevamo detto, ma soprattutto non c’era (e non c’è) una chiara volontà politica di dare soluzione al problema: la questione delle nomine supera gli aspetti tecnici e procedurali del provvedimento, solamente la “voce del padrone” Tremonti potrebbe risolvere il problema.
Il ministero dell’Istruzione sembra aver subito pesantemente i condizionamenti posti dal ministero dell’Economia, al punto che diversi annunci dei sottosegretari di turno che davano garanzie sull’esito positivo della vicenda sono stati puntualmente smentiti.
Perché?
Oggi nel tradizionale braccio di ferro tra dicasteri dell’Istruzione e dell’Economia, a perdere è sempre il primo. Prevale forse una visione “ragioneristica”, attenta solo al bilancio? L’istruzione vista come spesa e non come investimento strategico? A questo punto o si tratta di miopia politica dell’uno o di una non adeguata capacità di prospettare l’esigenza di miglioramento del servizio delle scuole da parte dell’altro. Insomma un problema di credibilità sul piano politico. Vediamo di approfondirne le possibili ragioni.