Ministro: in TV meno Berlusconi e più ricerca

II semestre di presidenza italiana dell’Ue dovrà essere anche il semestre della ricerca. A chiederlo in una vivace intervista al Sole 24 Ore è il ministro Maria Chiara Carrozza, che invoca non solo più fondi ma anche una maggiore convergenza tra Stato e Regioni. E annuncia che si sta lavorando per  recuperare nella legge di stabilità alla Camera i 41 milioni saltati dal decreto istruzione.

Capisco e comprendo il grido di dolore che viene dai rettori delle università italiane – afferma il ministro, a sua volta ex rettore –  ma devo dire che ho trovato una situazione drammatica in termini di risorse allocate per università e ricerca. Ho trovato il diritto allo studio praticamente azzerato e ho cercato di dare almeno 100 milioni di euro stabili a partire dal 2014. Ho trovato un taglio considerevole ai fondi Ffo delle università e ho ottenuto nella legge di stabilità a partire dal 2004 un reintegro parziale di 150 milioni di euro. Ho ricevuto in eredità dai governi precedenti una situazione in cui di fatto non ci sono fondi disponibili per la ricerca se non poche decine di milioni di euro. Ora bisogna riportarla al centro dell’attenzione“.

Carrozza sottolinea inoltre che “non è pensabile che nei piani operativi nazionali” (Pon, in via di definizione) “non investiamo almeno 3 miliardi in ricerca” sfruttando al massimo la sinergia tra Stato e Regioni. Infine un cenno al ruolo dei media. “Da oggi intendo utilizzare tutti i possibili strumenti di comunicazione, come la televisione, per far capire a tutti gli italiani l’importanza dell’investimento in ricerca”.

Il ministro loda a questo proposito la scelta di Confindustria di scegliere Porta a Porta per la Giornata dell’innovazione: “Per i ricercatori è stato un segnale che Confindustria e la Rai considerano la ricerca importante. Ce ne fossero di esempi così”. Poi conclude: “Ci vorrebbero meno talk show sulla decadenza di Berlusconi e più talk show su qual è oggi il rapporto tra scienza, ricerca e società”.