Maturità, chi rifiuta l’orale rischia la bocciatura: in arrivo un decreto legge

Chi si presenterà all’esame di maturità ma rifiuterà deliberatamente di sostenere il colloquio orale, pur avendo completato le prove scritte, potrebbe essere costretto a ripetere l’anno. È questa la linea annunciata dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, che ha anticipato una stretta normativa destinata a tradursi, nelle prossime settimane, in un apposito decreto legge.

Il nodo dell’orale e il rispetto per la scuola

L’intervento del MIM si inserisce nel solco delle proteste simboliche che, anche quest’anno, hanno visto alcuni maturandi scegliere il silenzio durante l’orale per esprimere dissenso verso il sistema. Una modalità di protesta che il ministro ha definito inaccettabile: “Non si prendono in giro gli insegnanti – ha dichiarato Valditara – si rispetta il loro lavoro, si rispettano i compagni”.

Il principio che guiderà il nuovo provvedimento è chiaro: senza la partecipazione attiva a tutte le prove previste, l’esame non potrà dirsi superato. Di conseguenza, chi sceglierà volontariamente di non affrontare il colloquio sarà considerato non idoneo alla promozione.

Verso una riformulazione dell’esame

La misura non si limiterà a introdurre una sanzione. Il decreto, atteso in Consiglio dei Ministri entro l’estate, punta anche a una revisione complessiva della prova orale. Tra gli obiettivi dichiarati: valorizzare maggiormente autonomia, consapevolezza critica e capacità argomentativa degli studenti. Un’idea di colloquio più coerente con le competenze attese a conclusione del secondo ciclo di istruzione.

Le critiche: sanzione o scorciatoia?

L’annuncio ha subito sollevato critiche da parte delle organizzazioni studentesche, che leggono nella misura una risposta punitiva, incapace di cogliere il disagio profondo che spinge alcuni ragazzi al silenzio. Anche tra i docenti emergono perplessità: se da un lato c’è chi chiede rigore e rispetto per l’esame, dall’altro si invoca cautela, ricordando la necessità di distinguere tra chi protesta e chi, per ansia o fragilità emotive, non riesce a parlare.

In vigore dal 2026

Secondo quanto anticipato dal MIM, il decreto dovrebbe essere varato entro la fine dell’estate e diventare operativo dall’anno scolastico 2025/26. Le nuove regole si applicheranno quindi agli studenti che affronteranno la maturità nel 2026.

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