
‘Ma noi veniamo da Dio o dalla scimmia?’
“Zio, ma noi veniamo da Dio o dalla scimmia?”. Il quesito del nipote di sette anni esplose nella mente come un razzo rosso in un cielo notturno. Aveva ancora lo zaino sulle spalle ed era appena tornato da scuola. “Domanda interessante. – risposi – Ne parliamo dopo pranzo”.
Sparecchiata la tavola, riapparvi in cucina con due palline di plastilina di diverso colore. Sedetti con la solennità di un sacerdote egizio ed iniziai il lavoro. Con la prima pallina modellai un piccolo pesce, poi un’aquila, quindi un cane, infine un ometto. Disposi i pupazzi in fila sul tavolo, mentre Andrea seguiva con occhio curioso. Con la seconda, feci dapprima un grosso pesce e lo mostrai al ragazzo. Poi, lo modificai, allungando il muso in becco ed affusolando la pinna: era un’aquila. A questo punto, arrotondai la bocca, prolungai delle appendici a forma di zampe e di coda: ecco un cane. Infine, rimodellai la materia a struttura verticale, ricavando braccia e gambe. Un uomo.
“Quale dei due procedimenti ti è piaciuto di più?”. Chiesi. “Il secondo. Mi è sembrato più geniale”. “Ora – incalzai – se tu fossi Dio e dovessi formare esseri di perfezione crescente, preferiresti abbozzarli uno per uno o ti sembrerebbe più saggio creare una materia “intelligente”, capace di mutarsi da sola dall’essere imperfetto al perfetto?”. “Sarebbe più interessante la seconda cosa. – rispose – Ed io, se fossi Dio, mi divertirei a guardare. E alla fine griderei: Che bello! Ma la Bibbia che cosa dice?”. “La Bibbia dice che Dio creò il mondo per gradi, in sei giorni o epoche, se preferisci. Nei primi due giorni realizzò l’ambiente cosmico, cioè il cielo, la terra e le acque. Nel terzo riempì la terra di vegetazione. Nel quarto accese il sole e la luna. Nel quinto, creò gli animali del mare e del cielo. Nel sesto, infine, gli animali terrestri e l’uomo. Ma, nel creare l’uomo, si fermò un attimo, come se stesse realizzando un capolavoro. Gli soffiò nel volto il suo spirito ed affermò solennemente: Facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza. E, secondo la Bibbia, anche lui esclamò: Che bello!”. “Secondo te, – osservò Andrea – Dio, facendo così, ha usato il primo o il secondo modo?”.
“Ti riferisci alle palline di plastilina? Ebbene – risposi – ha usato tutte e due i modi. Dal momento che ha pensato nella sua mente i vari vegetali ed animali, uno per uno, così come dovevano essere, ha utilizzato il primo. Ma siccome ha lasciato che la materia seguisse da sola le sue leggi, si è affidato al secondo, a quella che chiamiamo evoluzione. Quando la Bibbia afferma che creò piante ed animali ‘ciascuno secondo la sua specie’, c’induce a pensare al primo. Ma quando descrive la creazione in sei tempi, allora viene in mente l’evoluzione”. “E’ un po’ come il gioco delle scatole cinesi, una dentro l’altra. – sentenziò Andrea – Nell’uomo ci sono tutti gli altri esseri”. “Senza accorgertene, – ho risposto – hai colto la verità di fondo. Non è necessario che il pesce diventi uomo. Ciò che importa è che nell’uomo c’è il pesce, l’aquila, il cane, la scimmia… e tutto il resto”.
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