Ma ‘La Repubblica’ apre alle ragioni di TPS

La querelle che si è accesa sui tagli alla scuola, previsti in questa controversa finanziaria, assomiglia più a una commedia degli equivoci (o degli inganni) che a un confronto fra interessi legittimi“.
E’ questa l’opinione dell’autorevole editorialista della “Repubblica” Giovanni Valentini, che in un fondo pubblicato sabato scorso, 21 ottobre, inserisce la polemica accesasi (ma poi rapidamente spentasi, nota il giornalista, la scuola non “buca” il video…) attorno ai tagli al bilancio della Pubblica Istruzione nel quadro delle “resistenze corporative” che da sempre ostacolano una seria strategia di miglioramento della qualità del sistema scolastico italiano.
Strategia che secondo Valentini passa attraverso la riduzione dei molti gap che allontanano la scuola italiana dalla media dei sistemi scolastici europei: il maggior costo pro-capite dei nostri allievi (+20%), il più basso rapporto tra docenti e allievi (1 a 10 contro 1 a 13), i modesti stipendi (-10%), il minor numero di ore lavorate per anno (-6/7%). Il vero problema, dice Valentini citando dati e analisi dell’Associazione “Treelle”, è l’eccessivo numero di insegnanti: 150-200.000 in più rispetto al necessario. Se l’Italia rientrasse nelle medie europee, anche gli stipendi degli insegnanti migliorerebbero in misura consistente.
Forse, fa capire il giornalista, sono state (anche) considerazioni di questo genere ad ispirare le misure inserite da Tommaso Padoa Schioppa nella Finanziaria 2007, a partire da quella riguardante l’innalzamento del numero di allievi per classe dall’attuale valore di 20.6 al valore di 21.0. Un piccolo passo (già ipotizzato da Beniamino Andreatta quindici anni fa) verso l’europeizzazione dei nostri docenti.