
…Ma chi è potenzialmente inseribile in ruolo, deve avere l’abilitazione!

Dal lettore Enrico Defranchi abbiamo ricevuto l’email che di seguito pubblichiamo, in risposta al commento Reclutamento e abilitazione dei docenti: una precisazione di Giunio Luzzatto (il testo del lettore è visibile anche come commento in Disqus alla lettera di Luzzatto).
Invitiamo altri lettori interessati a intervenire sull’argomento, o a offrire nuovi spunti di dibattito, a scriverci come di consueto a botta_e_risposta@tuttoscuola.com.
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Ho letto la disamina del prof. Luzzatto e condivido il fatto che le incongruenze derivino da norme transitorie e diritti acquisiti. Ciò nondimeno esistono e vanno gestite.
Non è corretto affermare che il concorso non prevedesse l’abilitazione, in quanto la prevedeva per chi fosse stato immesso in ruolo e ne fosse privo. Ciò porta alla situazione per cui persone con lo stesso punteggio possano essere o meno abilitate (titolo come ha ricordato il prof. Luzzatto che qualifica la professionalità), non in funzione di quanto dimostrato nelle prove di valutazione, bensì a seconda della propria data di nascita, o altro titolo di preferenza, o in funzione della rinuncia (o dipartita…) di qualche persona precedente in graduatoria. Vale la pena qui anche di ricordare come i nominativi dei vincitori siano impossibili da prevedere a priori visti questi meccanismi di scorrimento, anche senza scomodare la palese violazione del testo unico posta in atto dal miur con le indicazioni di Agosto che impediscono arbitrariamente alle graduatorie di merito, esplicitamente create dal bando di concorso, di seguire il destino previsto da una legge dello stato (quindi lex superior rispetto ad un decreto interministeriale). Fin qui, le valutazioni relative alla logica del provvedimento se non alla sua legittimità.
Ma il punto a mio parere fondamentale riguarda la parte relativa ai futuri concorsi. Se è indubbio che stante così la regolamentzione i titoli di accesso dovranno valere anche per i prossimi concorsi, credo non si possa negare che la prevista revisione legislativa dei regolamenti concorsuali esplicitandone la validità e la possibilità di partecipazione solo agli abilitati sia quantomeno auspicabile, per chiudere definitivamente la riforma del reclutamento.
In questa ottica sarebbe quindi sensato garantire l’abilitazione, e quindi la possibilità di partecipazione alle future tornate concorsuali, a chi sia stato incluso nel numero di coloro potenzialmente inseribili in ruolo. Ciò non solo per legittimo affidamento, ma anche per un (credo) evidente principio di equità. A meno di non voler ancora una volta bandire un concorso che si porti dietro il suo carico di ambiguità, disposizioni contrastanti e potenziali ricorsi.
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