Ma basteranno 6-7 anni per assorbire l’esercito dei precari?

Il ministro Gelmini, nella conferenza stampa a Palazzo Chigi sulla riforma della formazione iniziale dei docenti, si è soffermata, come era prevedibile, sulla pesante situazione dei docenti iscritti nelle graduatorie ad esaurimento e in attesa di assunzione.

Ha parlato di 220 mila insegnanti che lentamente saranno assunti nei ruoli, andando ad occupare, nell’arco stimato di 6-7 anni, i posti lasciati vacanti dai pensionamenti.

Si tratta di una stima molto ottimistica, dettata probabilmente dal tentativo di sdrammatizzare anche il clima teso di questi giorni e di rendere più sopportabile l’attesa per migliaia di docenti.

Perché sei-sette anni difficilmente basteranno? Vediamo.

Riferendosi ai dati sui pensionamenti, il ministro ha parlato di una media annua di circa 20 mila posti che si libereranno nei prossimi anni. Già questa quota media, se si realizzerà effettivamente, richiederà 10-11 anni di tempo per il completo assorbimento dei 220mila in lista di attesa.

Ma ci sono altri due elementi che rallenteranno nei prossimi anni quel riassorbimento. Il primo ostacolo viene dalla nuova norma, voluta dall’Unione europea, per il pensionamento delle donne a 65 anni nel pubblico impiego che, per effetto della legge 122/10, scatterà dal 2011.

La scuola, costituita all’80% da personale femminile, ne risentirà pesantemente, subendo per il prossimo quinquennio una notevole contrazione del numero di pensionamenti.  

Il secondo ostacolo, destinato a ridurre il numero di posti disponibili, è determinato dalla manovra triennale di razionalizzazione, arrivata al secondo anno di applicazione. L’anno scorso e quest’anno le immissioni in ruolo sono state complessivamente soltanto 18.500, a causa della concomitante riduzione di organico per 77.700 posti. Riduzione di organico che si dovrebbe concludere nel 2011-12 con l’ulteriore taglio di 19.700 posti, pareggiando così il numero dei pensionamenti previsti.

Dopo il 2011-12, concluso formalmente il triennio di riduzione di organico previsto dalla legge 133/08, vi sarà ancora per tre o quattro anni una fase naturale di decremento dei posti prima che la riforma vada a regime. Infatti, nella scuola primaria e nei nuovi licei andranno gradualmente a regime le modifiche di orario delle classi intermedie, riducendo posti di organico. 

Per tutte queste ragioni (per non parlare dell’ipotesi di nuovi concorsi, che assorbiranno una quota dei posti), il tempo necessario per riassorbire 220mila docenti potrebbe essere non inferiore a 15 anni. Sempre che non cambino le regole su pensionamenti, organici, etc.