Interessanti i dati provenienti dall’Università di Bologna. I dati ‘misurati’ dal professor Antonello Scorcu, dell’universita’ felsinea, integrati in occasione degli Stati Generali con quelli elaborati da Piero Cipollone, del Servizio Studi della Banca d’Italia giungono alla stessa conclusione: leggere libri aiuta la crescita economica.
In base ad un modello econometrico, la ricerca dimostra infatti che le regioni in cui si legge di piu’, a parita’ di altre condizioni (inclusi i livelli di istruzione) hanno dinamiche di produttivita’ migliori.
”E questo nel lungo periodo si traduce in termini strutturali – è stato sottolineato- i consumi culturali sono un investimento piu’ redditizio di quello in capitale fisico”.
Il problema tuttavia in Italia ha proporzioni marcate perche’ ”sono peggiorate le condizioni di lettura – ha detto il presidente della Mondadori Libri e vicepresidente dell’Aie, Gianarturo Ferrari -. Il mercato dei libri e’ forte ma, nello stesso tempo, estremamente ristretto, perche’ e’ fatto di lettori-consumatori forti ma ridotti. Tant’e’ vero che il divario tra coloro che leggono e coloro che non lo fanno e’ sempre piu’ accentuato”.
Si tratta di ridurre questo divario e di ampliare il bacino dei lettori. Nella consapevolezza che questo ampliamento e’ di natura politica, e come tale deve veder coinvolte le istituzioni e la politica.
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