Le tabelle di confluenza del secondo ciclo

Il 30 novembre 2005, termine non perentorio ma ordinatorio previsto dal decreto sul secondo ciclo, è ormai passato, e delle tabelle di confluenza degli attuali percorsi di secondaria nei nuovi licei si è parlato poco.
Il silenzio è prudente, ma c’è da sperare che copra in realtà una silenziosa ma laboriosa progettualità tecnica non solo del Miur ma anche e soprattutto delle regioni. Criticare ciò che c’è o ciò che si è proposto è, infatti, sempre abbastanza facile. Molto più difficile è passare dalla critica oppositiva a quella propositiva.
Se infatti il Governo affrettasse i tempi senza dare alle Regioni la possibilità di elaborare una precisa ipotesi di architettura complessiva del sistema di istruzione e formazione professionale secondario (14-18 anni), loro affidato dal combinato disposto Titolo V e legge n. 53/03, cosa succederebbe? E’ ragionevole prevedere che il Ministero pretenda di assorbire nei licei, tra l’altro con il sostegno sindacale, tutti o quasi tutti gli attuali 39 indirizzi degli istituti tecnici, gli attuali 55 dell’istruzione artistica e gli attuali 17 dell’istruzione professionale con prosecuzione quinquennale.
Non occorre molto, tuttavia, per comprendere che, in questo caso, si assisterebbe ad un processo che prescinde dal merito qualitativo dei vari corsi di studio perché titoli finora professionalizzanti non lo sarebbero più, mentre si darebbe alle famiglie e ai giovani l’impressione che titoli di studio solo propedeutici all’esercizio professionale, come quelli dei licei, sarebbero invece professionalizzanti. Quali i costi sociali di un “inganno” di queste dimensioni?