
Le due strade del campus/2
La seconda strada è quella di fatto scelta del dlgs. sul secondo ciclo. Non fidarsi della periferia e far decidere tutto al centro. E il centro, accogliendo le pressanti richieste di Confindustria e dell’amministrazione, prevede così di costituire da una parte licei generalisti, quelli di serie A; dall’altra, in ciò che solo impropriamente è stato chiamato campus, i licei vocazionali che sostituiscono l’attuale istruzione tecnica e professionale senza averne però le caratteristiche (la serie B); e dall’altra parte ancora, ben separati dai primi due e in una posizione qualitativamente residuale e subordinata, l’istruzione e formazione professionale regionale (la serie C). Fuori gioco l’apprendistato che non deve nemmeno essere previsto in collegamento con i percorsi formativi.
Inutile osservare che, in questa seconda strada, l’autonomia delle istituzioni scolastiche è come quella del treno sulle rotaie e che nemmeno gli enti locali sono ritenuti maturi al fine di esercitare le competenze loro attribuite dalla Costituzione.
Cosa diranno nella riunione di coordinamento previsto per il 30 giugno 2005 le Regioni davanti a questo scenario così statalista? Presto si saprà.
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