L’algoritmo e l’esigenza di trasparenza

Settimana cruciale per il lancio dell’organico potenziato. La principale novità del piano di assunzioni, definita nella tabella allegata alla legge 107/15 con 48.812 posti comuni e 6.446 posti di sostegno, sta per concretizzarsi.

Le proposte di assunzione saranno attivate “alle ore 16.00 del giorno 10 novembre 2015 attraverso il sistema informativo Istanze Online e I docenti destinatari – ricorda l’avviso relativo alle proposte di assunzione pubblicato in Gazzetta Ufficiale – accettano espressamente la proposta di assunzione entro le ore 15.59 del giorno 20 novembre 2015, esclusivamente avvalendosi delle apposite funzioni del sistema informativo”.

Si ricorda – conclude il testo nella Gazzetta Ufficiale – che i docenti che rifiutano o non accettano la proposta di assunzione sono definitivamente espunti dalle graduatorie di merito e ad esaurimento in cui sono iscritti”.

Sono, dunque, più di 55 mila i posti che saranno assegnati.

Ancora una volta sarà l’algoritmo a guidare le procedure di assegnazione. Algoritmo, una parola enigmatica che guida il destino di migliaia di persone. Ma cos’è?

Una definizione semplice ed enigmatica lo vuole come “una sequenza ordinata e finita di passi (operazioni o istruzioni) elementari che conduce a un ben determinato risultato in un tempo finito”.

Ma l’algoritmo è un meccanismo perfetto? Può sbagliare? Chi lo controlla?

Il meccanismo ‘diabolico’ è già stato usato nella fase B del piano di assunzioni, ma nessuno è riuscito a sapere come abbia operato e se abbia rispettato punteggi e precedenze degli interessati.

È stata invocata giustamente trasparenza dei risultati finali, ma in effetti un quadro completo e probante delle nomine effettuate per il momento non si è visto.

Alcuni Uffici scolastici regionali hanno pubblicato elenchi e nominativi, ma complessivamente è prevalso il lato oscuro indecifrabile dell’algoritmo sull’intero sistema scolastico.

Se l’algoritmo non ha un volto, le sue azioni possono però essere visibili, visto che producono fatti.

La trasparenza, prima ancora di essere un diritto pro veritate, è una condizione di fiducia nei rapporti tra Amministrazione e cittadino.