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Durante il seminario svoltosi ieri a Milano, intitolato LAB 2020, l’assessore all’istruzione, formazione e cultura della regione Lombardia Valentina Aprea ha fatto il punto sul negoziato in corso relativo alla quinta programmazione dei fondi strutturali per il periodo 2014-2020.

La nuova programmazione, rispetto al passato, è orientata:

– all’individuazione di pochi obiettivi chiari, raggiungibili e di sicuro impatto (quattro priorità sulle 18 previste), ai quali sarà riservato l’80% delle risorse;

– alla maggior integrazione tra fondi diversi (programmi plurifondo per FESR, FSE e Fondo di coesione);

– alla  definizione in termini vincolanti delle condizioni ex ante e ex post per investimenti efficaci;

– alla scelta di indicatori finanziari e di risultato  rilevanti e misurabili e alla valorizzazione della valutazione.

Tra le priorità individuate per la programmazione 2014-2020 Aprea ne ha indicate in particolare due:

– la riduzione dell’abbandono scolastico dall’attuale 15% al 10%

– l’aumento della quota della popolazione di età compresa tra 30 e 34 anni che ha completato gli studi superiori dal 31% ad almeno il 40% nel 2020.

Aprea, a questo proposito, lamenta il fatto che in Lombardia “meno di una persona su tre di età  compresa tra 25 e 34 anni ha una laurea, contro il 40% negli Stati Uniti e oltre il 50% in Giappone”. Si tratta comunque di una percentuale ben superiore a quella media nazionale, che è del 20%, e più vicina a quella media dei Paesi OCSE (35%). Anche per quanto riguarda gli abbandoni il 15% della Lombardia è sensibilmente più basso del 19% nazionale e più vicino al 14,4% dell’UE.

La Regione tuttavia non si accontenta e proseguirà con decisione sulla strada degli investimenti in tecnologia e nuovi strumenti didattici (8,5 milioni di euro sono stati a ciò destinati nel recente provvedimento ‘generazione web’) puntando sui seguenti obiettivi:

– miglioramento dei risultati nel settore dell’istruzione  “attraverso un’integrazione con la  formazione professionale  che comprenda le competenze fondamentali e miri a ridurre l’abbandono scolastico anche attraverso esperienze di alternanza, scuola lavoro, esperienze di scuola-bottega e apprendistato professionalizzante”;

– creazione di qualifiche che riescano a conciliare meglio i risultati nel settore dell’istruzione con le esigenze del mercato del lavoro: gli ITS costituiscono, da questo punto di vista, uno strumento da rafforzare e potenziare;

– sviluppo di partenariati tra il settore dell’istruzione/formazione e il mondo del lavoro, “in particolare associando le parti sociali alla pianificazione dell’istruzione e della formazione”.

In questa direzione, conclude Aprea, si dovrà muovere anche il  Comitato di Sorveglianza del FSE  che “dovrà fare in modo che le competenze necessarie per il proseguimento della formazione e  l’ingresso nel mercato del lavoro siano acquisite e riconosciute in tutti i sistemi di insegnamento generale, professionale, superiore, compreso l’apprendimento non formale e informale attraverso la certificazione come messa in trasparenza dei percorsi effettuati e cha abbia valore e riconoscimento reciproco a livello europeo”.

Uno scenario, quello disegnato da Aprea, che assegna alla Lombardia un ruolo trainante in Italia e in Europa, e che ci si augura possa costituire un modello di riferimento e uno stimolo anche per le altre Regioni.  

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