
La riforma aperta/3. Ritocchi in arrivo per i licei
Per la definitiva sistemazione dei piani di studio dei licei è stata costituita nei mesi scorsi, come noto, una “Cabina di regia”, la cui guida è stata affidata dal ministro Gelmini al suo consigliere Max Bruschi.
Lo stesso consigliere, nell’audizione lo scorso 17 novembre alla VII Commissione Cultura della Camera, ha riferito sui lavori della Cabina. Dalle sue parole si coglie l’orientamento della Cabina a tenere ferma la scelta della riduzione del numero delle materie e dell’orario: non dovrebbero quindi essere accolte le richieste di inserire altre materie (per esempio diritto ed economia) o di rafforzarne altre, mentre sarà caldeggiata l’idea di rafforzare l’autonomia delle scuole nella costruzione del curricolo anche mediante “una diversa gestione degli organici” (organico funzionale?).
Le modifiche di cui si discute non dovrebbero comunque riguardare i licei di più consolidata tradizione (classico e scientifico) né il liceo linguistico e quello coreutico-musicale. Bruschi ha accennato invece al liceo delle scienze umane, che “risente ancora troppo, nei suoi quadri orari, della vecchia matrice professionalizzante, quando ancora si chiamava istituto magistrale” (meno pedagogia, più scienze sociali?). Per questo liceo, come per lo scientifico, si pone anche il problema di definire in modo più esplicitamente liceale i loro indirizzi opzionali (economico-sociale e scientifico-tecnologico), anche per evitare di “confondere la scelta delle famiglie e degli studenti“, e meglio distinguerli dagli indirizzi economici dell’istruzione tecnica. Si possono ipotizzare ritocchi in direzione del rafforzamento delle scienze sociali e di quelle sperimentali.
Per quanto riguarda il liceo artistico, il prof. Bruschi ha detto che “le preoccupazioni di perdere alcune specificità che rappresentano autentiche eccellenze è ben presente“. Ma ha subito aggiunto che “nell’architettura del regolamento sono presenti ampie possibilità di integrare arte, artigianato e territorio“. Insomma, si dovranno utilizzare gli spazi di autonomia istituzionali, senza accogliere la richiesta proveniente da molti istituti d’arte di vedersi riconosciuta una piena autonomia curricolare.
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