La quadratura del cerchio dei punteggi dei precari

Fumata nera il 5 marzo scorso al Consiglio nazionale della Pubblica Istruzione per definire la revisione dei punteggi per i precari, secondo il principio di equità e di parità contenuto negli ordini del giorno della Camera.
Il Cnpi si è sostanzialmente rifiutato di togliere le castagne dal fuoco al ministero, che aveva prospettato tre soluzioni su cui richiedeva parere. Il massimo organo di rappresentanza della scuola non ha voluto scegliere e ha rimandato la richiesta al mittente, invitando l’amministrazione ad avanzare un’unica precisa richiesta su cui esprimersi.
Nello stesso tempo ha espresso tutte le proprie riserve su un’altra questione parallela che, in base ad altri ordini del giorno della Camera, aprirebbe a talune categorie di precari la possibilità di accedere ai corsi delle Ssis.
Sembra insomma ancora lontano l’approdo conclusivo di questa tormentata vicenda che vede impropriamente antagonisti i sissini da una parte e i precari storici dall’altra. Ma viene il dubbio che il destino sia segnato, che alla fine a perdere saranno i sissini, se pur con l’onore delle armi. Perché? A prescindere dal merito della questione. Sarebbe la sconfitta del più debole, di chi rappresenta la minoranza dei docenti in questione. Chi si stupirebbe se alla fine i parlamentari e anche i sindacati avranno preferito dare prioritario ascolto ai precari storici, che sono tanti ma tanti di più dei precari sissini?