Tuttoscuola: Turismo scolastico

La protesta contro i tagli incide sui viaggi di istruzione: ecco una lettera

Riceviamo e volentieri pubblichiamo una testimonianza significativa sul tema dei viaggi di istruzione, che ci hanno inviato le lettrici Mirella Arcamone e Maria Luisa Ierace e che presentano in questi termini: si tratta della “lettera con la quale i docenti dell’Anco Marzio (Ostia Lido – Roma) aderenti alla protesta contro i tagli-gelmini spiegano ai genitori le ragioni per le quali 47 classi su 49 non hanno programmato e non realizzeranno viaggi d’istruzione”.

Invitiamo tutti gli altri lettori a partecipare e a discutere questa testimonianza, e a proporne di nuove, scrivendoci come di consueto all’indirizzo dedicato la_tribuna@tuttoscuola.com.

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Cari genitori,

vi scriviamo per spiegare il senso di una scelta che all’apparenza potrà sembrarvi sbagliata o inutilmente “punitiva” nei confronti dei vostri figli: quest’anno, nella programmazione di quasi tutti i consigli di classe, come è accaduto e sta accadendo in altre scuole del territorio di Ostia, Roma e molte altre città, non sono previsti viaggi di istruzione.

Si tratta di una decisione sofferta, maturata nel corso di un lungo dibattito e condivisa infine dalla stragrande maggioranza dei consigli di classe della nostra scuola (47 su 49). Siamo consapevoli che i viaggi di istruzione rappresentano, per tutti gli studenti, un’occasione importante di crescita culturale e di formazione, ma questa scelta vuole portare all’attenzione di tutti il nesso imprescindibile che esiste tra progresso culturale e sostegno economico. I viaggi costano alle famiglie e promuovono un indotto economico di tutto rispetto: forse sarà più chiaro a molti che la formazione ha bisogno di soldi e che nessun potenziamento dell’offerta formativa può essere “a costo zero”. E’ vero che questa scelta impoverisce gli studenti e, di rimando, la scuola, ma ci è sembrata la scelta meno dolorosa dal punto di vista didattico e potenzialmente quella di maggior impatto sull’opinione pubblica. Il nostro obiettivo è che l’attenzione sulla situazione di malessere, difficoltà e vera e propria emergenza della scuola pubblica non venga meno.

Il senso di responsabilità verso i nostri studenti ci ha impedito di considerare percorribili altre proposte: dimetterci da tutti gli incarichi attinenti alla nostra funzione (coordinatore, segretario, commissioni, ecc.), sospendere tutti i progetti, ecc. Queste scelte, che altrove si stanno attuando, a nostro parere colpiscono solo gli studenti e le loro famiglie, rischiando di far implodere ulteriormente la vita scolastica. Non siete certo voi la nostra controparte. I tagli agli stanziamenti per la scuola colpiscono pesantemente qualsiasi progetto didattico e costituiscono un impoverimento per le future generazioni, non solo perché oggi siedono dietro ai banchi di scuola, ma anche perché non è possibile guardare avanti senza un bagaglio di conoscenze adeguate alle nuove sfide.

Vogliamo allora ricordare qualche dato.

La “Riforma Gelmini” sta cambiando profondamente il sistema dell’istruzione pubblica del nostro Paese. A partire dall’art.64 della legge 133 del 2008 (la cosiddetta “Finanziaria estiva” di Tremonti e Brunetta) si sta realizzando un taglio di 8 miliardi di euro degli stanziamenti totali a favore dell’istruzione. Un taglio che non è stato deciso in base ad un attento studio su eventuali spese superflue (anche se, guardando le nostre scuole, è difficile trovare sprechi, laddove manca spesso l’essenziale). No: si è trattato di un taglio a priori da attuare attraverso riduzioni indiscriminate di spesa e colpisce direttamente e indirettamente tutti noi perché la scuola è di tutti e tutti ne siamo corresponsabili in quanto è il luogo dove si trasmettono i saperi, dove si matura una coscienza critica, dove si fa esperienza di cittadinanza attiva e consapevole, dove attraverso l’esercizio della democrazia si costruisce la democrazia.

Quindi, cosa sta accadendo?

Il tempo scuola è comunque diminuito: abbiamo calcolato che considerando l’alto numero di allievi per classe (fino a 33) e la diminuzione delle ore previste per alcune discipline, nonché la soppressione di altre, il tempo scuola è quasi dimezzato; le ore di “buco” non vengono adeguatamente coperte, con classi costrette ad entrare in seconda e terza ora (alla faccia del diritto allo studio) e altre smembrate e distribuite in aule già stracolme di studenti – spesso al di là di quanto stabiliscono le norme di sicurezza – rendendo improduttiva la didattica; le scuole sono costrette a chiedere un contributo “volontario” alle famiglie che a volte, impropriamente, utilizzano per i servizi essenziali; il numero degli studenti per classe continua ad aumentare, a scapito del lavoro individualizzato che diventa impossibile; si aggravano le difficoltà relative al sostegno agli studenti diversamente abili; non viene garantita la continuità didattica degli insegnanti nelle classi; si impedisce e di fatto si impedirà per anni ai giovani laureati di diventare insegnanti.

Per tutto questo e altro, NON POSSIAMO RIMANERE IN SILENZIO e vogliamo avervi accanto, nella speranza che possa partire un percorso comune di confronto, di condivisione e di mobilitazione per difendere – tutti insieme – LA NOSTRA SCUOLA PUBBLICA

I docenti del Liceo Anco Marzio che aderiscono alla protesta

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I lettori di tuttoscuola.com che vogliono dire la loro su questo argomento, possono farlo, scrivendo a la_tribuna@tuttoscuola.com. La redazione pubblicherà gli interventi più significativi. Analogamente, coloro che vogliono presentare contributi originali su cui discutere, possono scriverci usando il medesimo indirizzo la_tribuna@tuttoscuola.com.

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