La formazione dell’insegnante: ecco come

L’indirizzo Linguistico-Letterario della SSIS-Lazio ha organizzato il 13 marzo scorso una tavola rotonda sul tema La futura formazione dell’insegnante (di lettere). In questa occasione si è espressa preoccupazione per alcuni aspetti della riforma varata recentemente dal Parlamento e si è voluto porre l’accento su punti di particolare rilievo che in sede di Decreti delegati dovranno essere esplicitati e puntualizzati.

La collaborazione tra Università e Scuola – istituzionalizzata dalla legge istitutiva delle SSIS (L.341/90), sulla quale è stata costruita l’attività delle SSIS – si è rivelata essenziale per la realizzazione dell’obiettivo della formazione moderna degli insegnanti.
La professionalizzazione degli insegnanti, infatti, passa oggi attraverso una preparazione basata sulla formazione didattico-disciplinare, sulle scienze trasversali socio-psico-pedadogiche, sui laboratori, sul tirocinio osservativo e attivo. Ciascuna di queste componenti è essenziale e deve essere integrata in un progetto omogeneo e organico che solo una struttura autonoma e culturalmente fondata (come sono state finora tendenzialmente le SSIS) può elaborare e realizzare.

Dunque la laurea specialistica per l’insegnamento deve ricalcare questa struttura, migliorandola dove sia opportuno, ma evitando di minare la stretta e proficua correlazione delle sue parti.
La pratica quindi del tirocinio, prevista in futuro in un anno aggiuntivo al biennio specialistico, dovrà essere fortemente raccordata per metodi e contenuti al biennio. La struttura di Ateneo o Interateneo a ciò deputata dovrà garantire queste specificità, in collaborazione con la Scuola.
Rispetto alle ipotesi prospettate nell’articolo 5 della legge-delega, riteniamo infatti che solo l’inserimento delle lauree specialistiche in strutture di Interateneo o almeno di Ateneo, che tenga conto dell’esperienza fin qui compiuta dalle SSIS, possa garantire un efficace funzionamento delle lauree specialistiche per l’insegnamento e del relativo tirocinio.

Si ritiene altresì del tutto inaccettabile la mozione dei presidi delle facoltà di Lettere (riduzione del biennio alle sole discipline, annullando quasi completamente le didattiche disciplinari e insieme eliminando l’area sociopsicopedagogica, ‘rigettata’ sull’anno di tirocinio) in quanto si tratta di una posizione di retroguardia, di impostazione vetero-idealistica fondata sulla coiincidenza, pregiudizialmente e aprioristicamente affermata, di ‘sapere’ e ‘saper insegnare’. Per inciso va notato che l’attuale triennio di Lettere non permette l’acquisizione di crediti disciplinari sufficienti per l’insegnamento di 5 discipline (italiano, storia, geografia, latino, greco) e questo naturalmente costituisce un problema al quale va comunque trovata una soluzione (triennio ad hoc, ridefinire le classi di abilitazione, acquisizione di ulteriori crediti dopo la laurea….)

Infine, sui 30 punti agli specializzati SSIS: il corso abilitante non prevede percorsi paralleli ed esiste una legge del 1998 che garantisce il punteggio aggiuntivo. Dunque è ampiamente fondato il ricorso alle vie legali ed è precisamente quanto ci si deve attrezzare a intraprendere, respingendo ogni genere di illegalità, da chiunque venga praticata.

 

Prof.ssa Emanuela Andreoni Fontecedro

Coordinatore dell’Indirizzo Linguistico Letterario