La fine delle graduatorie ad esaurimento

Il maxiemendamento sul decreto per lo sviluppo, che si sta definendo in queste ore alla Camera in vista del voto di fiducia, contiene, quasi certamente, la disposizione che, ancora una volta, apre in via del tutto eccezionale (si fa per dire) le porte delle graduatorie ad esaurimento a laureati e laureandi, a specializzati  e specializzandi.

Era già successo nel 2008 (peccato di origine!), quando erano stati recuperati laureandi e specializzandi iscritti nell’anno accademico 2007-08, cioè dopo la legge finanziaria 2007 che, nell’istituire le graduatorie ad esaurimento, aveva previsto un perentorio e forse utopico “chi è fuori è fuori, chi è dentro è dentro”. L’art. 5bis della legge 169/2008 aveva violato quel principio disponendo, una tantum, l’iscrizione alle graduatorie permanenti di quel gruppetto di laureandi.

Invocando proprio quel precedente, a beneficiare ora di questa nuova apertura straordinaria per l’ingresso nella cittadella blindata delle graduatorie ad esaurimento, dove in base alla legge istitutiva del 2006 erano previste soltanto porte di uscita senza possibilità di nuovi ingressi, saranno in particolare circa 20 mila iscritti dal 2008 in poi ai corsi di laurea in scienze della formazione primaria (futuri docenti di scuola dell’infanzia e di scuola primaria).

Si tratta di migliaia di giovani che andranno a ingrossare le fila, già molto robuste (attualmente comprendono complessivamente circa 210 mila docenti), degli iscritti nelle graduatorie “ad esaurimento”, destinati a diventare i precari del futuro.

In questo modo, anziché esaurirsi, le graduatorie aumentano e continueranno ad aumentare, perché, rotto il principio di inviolabilità di questa cittadella non più blindata, non si vede come tra due o tre anni altri laureandi e specializzandi nelle stesse condizioni di questi ammessi nel 2011 non abbiano il diritto di avere un uguale trattamento. Diventerà, quindi, una rivendicazione infinita che porterà a nuovi ingressi straordinari nelle graduatorie – non più ad esaurimento – che ritorneranno ad essere, di fatto, permanenti, senza fine, con pochi docenti in uscita e tanti in entrata.