La buona scuola, critiche dai ‘tieffini’

E’ molto critico con il documento La Buona Scuola del Governo Renzi il Coordinamento del gruppo Facebook di docenti abilitati del TFA, che dal loro blog denuncia: “Dietro un piano di assunzioni difficilmente realizzabile nell’immediato e con coperture finanziarie piuttosto dubbie, (il testo) opera una discriminazione tra profili di abilitati e un piano di tagli mascherato: se da un lato agli abilitati in GaE viene promessa l’agognata immissione in ruolo, dall’altro si pongono ai margini i nuovi abilitati TFA, relegandoli ad uno stato di disoccupazione in seguito all’abolizione delle supplenze brevi. La svalutazione del titolo di abilitazione, ora, è compiuta del tutto”.

Secondo i “tieffini”, “pare che la meritocrazia debba valere, infatti, a senso unico, solo per i nuovi abilitati, cui si richiede abilitazione più concorso, ma non per i vecchi, tra i quali ci sono insegnanti che entreranno o sono già entrati in ruolo senza aver superato nemmeno una prova selettiva (gli abilitati con i corsi riservati del 2000 e del 2005). La mobilità territoriale su base nazionale degli abilitati in GaE e la creazione di un organico funzionale, inoltre, rappresentano veri e propri mezzi per tagliare le supplenze, provvedimenti che rischiano di azzerare le possibilità lavorative di chi ha conseguito l’abilitazione dopo quattro anni di sospensione dei percorsi”.

Gli abilitati TFA, ricordando la difficoltà della loro selezione (articolata in tre prove), annunciano che proporranno, “in sede di consultazione istituzionale, l’unica proposta capace di contemperare le esigenze del merito e dell’anzianità di servizio:

  • la provincializzazione della seconda fascia delle graduatorie di istituto e la loro validità a scorrimento per il ruolo, in seguito al piano di assunzione da GaE;
  • l’indizione con cadenza biennale di concorsi a cattedra per soli abilitati, in modo da tutelare realmente il valore del titolo abilitante”.