Israele e Palestina: la storia manipolata

Che cosa si studia nei manuali di storia in uso nelle scuole di Israele e in quelli adottati nei territori amministrati dalla Autorità palestinese? Il numero di febbraio 2004 di “Le Monde de l’éducation” pubblica una interessante inchiesta sull’argomento. Se ne deduce che il conflitto israelo-palestinese ha davvero molte facce. La più appariscente, quella che fa notizia in tutto il mondo, è l’infinita spirale degli episodi di terrorismo e repressione che insanguina quei territori. Ma dietro la violenza, punta emergente dell’iceberg, ci sono tante ragioni, comprese quelle di carattere educativo, che ne costituiscono le precondizioni, il brodo di coltura.

Nei sei manuali autorizzati dall’Autorità palestinese per la scuola primaria, per esempio, la questione della coesistenza e della pace con Israele non viene trattata: gli accordi di Oslo (1994) sul riconoscimento reciproco e sulla rinuncia alla violenza sono totalmente ignorati, mentre si afferma che la presenza degli ebrei in quei territori è illegittima e posteriore a quella dei palestinesi. Il Tempio ebraico di Gerusalemme non è nemmeno citato.

Nei libri di testo adottati dalle scuole israeliane c’è in genere maggiore equilibrio e rispetto per i fatti. Ma le scuole private gestite dagli ultraortodossi, frequentate dal 10% dei giovani israeliani, non sottoposte al controllo del ministero dell’educazione, adottano libri di testo nei quali compaiono carte geografiche che non citano nemmeno il nome degli Stati arabi confinanti, e ignorano totalmente il fatto che la Cisgiordania e Gaza sono amministrate dalla Autorità palestinese.

Le radici dell’odio e della negazione dell’altrui diritto ad esistere e a coesistere stanno insomma anche nei libri di testo, sui quali si formano le nuove generazioni. Contro questo uso di parte della storia si stanno per fortuna muovendo alcuni esponenti importanti delle due comunità, come quelli che hanno promosso nel 1996 la “Associazione dei bambini del Medio Oriente”, che gestisce una scuola di 500 tra allievi e insegnanti, metà israeliani e metà palestinesi. In questa scuola, che ha anche un centro di ricerca e documentazione, si usano testi immuni da pregiudizi nella rappresentazione dei fatti storici, e tesi a costruire le condizioni culturali della tolleranza e del reciproco rispetto. Che costituiscono le più sicure fondamenta della pace.