Ipotesi di assunzione per 65 mila precari in quattro anni. Dov’è la novità?

Organi di stampa nazionale riportano oggi alcune notizie ufficiose relative al piano straordinario di immissione in ruolo del personale scolastico precario che il Miur starebbe valutando per fronteggiare la probabile ondata di ricorsi dei precari con almeno tre anni consecutivi di servizio sulla stessa sede.

La sentenza del tribunale di Genova che ha riconosciuto ad una quindicina di precari, docenti e Ata, il diritto ad un compenso forfetario di 30 mila euro, si tradurrebbe in un esborso pari a quasi 2 miliardi per compensare i circa 65 mila precari che, sempre secondo calcoli ufficiosi del Miur, ne avrebbero diritto, in quanto confermati per almeno tre anni nella stessa sede. Si penserebbe, quindi, ad una immissione in ruolo di questi 65 mila, da effettuarsi nell’arco di 4-5 anni, per evitare altri ricorsi.

In attesa di accertare la fondatezza della notizia, sono possibili alcune considerazioni.

Prima di tutto è da accertare se questi 65 mila sono anche ai primi posti delle graduatorie in cui sono inseriti; in caso diverso aumenterebbe il numero delle immissioni in ruolo oppure verrebbe assunta soltanto una quota degli ipotizzati 65 mila.

In secondo luogo potrebbe capitare che nell’arco di 4-5 anni vi siano nuovi precari che maturano i tre anni consecutivi di servizio; il tutto diventerebbe una storia senza fine.

C’è una considerazione conclusiva. 65 mila immissioni in ruolo nell’arco di 4-5 anni vogliono dire una media di 13-16 mila assunzioni a tempo determinato all’anno.

Dove sta la novità o l’intervento straordinario?

Negli ultimi tre anni vi è stata questa successione di nomine in ruolo: 25mila docenti e 7mila Ata nel 2008/09 per un totale di 32 mila assunzioni; 8mila docenti e 8mila Ata nel 2009-10 per un totale di 16 mila assunzioni; 10mila docenti e 6.500 Ata nel 2010-11 per un totale di 16.500 assunzioni.

La media annua dell’ultimo biennio è stata di 16.250 nomine, pari, cioè, alla previsione media di cui si parla per i prossimi anni. Non vi sarebbe, quindi, nulla di eccezionale e straordinario.

Se il confronto tra la previsione e il passato dovesse riguardare invece la media di assunzioni dell’ultimo triennio (21.500 immissioni all’anno), l’intervento straordinario di cui si parla sarebbe inferiore a quanto già fatto.