
Insegnanti e giornalisti
Mentre il mondo dell’editoria e delle istituzioni, insieme ad oltre 37mila insegnanti, cercano di fare in modo che gli studenti italiani vengano educati alla lettura dei quotidiani, funzionari periferici del Ministero della Pubblica Istruzione snobbano quei docenti che in questo settore hanno una professionalità aggiunta, che certamente offre una risorsa in più alla scula italiana, si tratta di quegli insegnanti che sono anche giornalisti iscritti al relativo ordine professionale.
In questi giorni l’Osservatorio permanente giovani editori, insieme a quindici testate nazionali e locali, sta pubblicizzando l’iniziativa “Quotidiano in classe”, che ha la finalità
di portare i giornali nelle scuole superiori quale opportunità di
crescita sociale e civile. Lo scorso anno scolastico l’iniziativa ha
raggiunto oltre un milione e mezzo di studenti, un arricchimento
dell’offerta formativa importante che potrebbe assumere un maggior
successo, se non vi fossero delle astruse interpretazioni delle norme
da parte degli apparati burocratici locali del Ministero della Pubblica
Istruzione, che in molte province italiane (non in tutte) si ostinano
a non voler riconoscere il titolo di giornalista quale titolo
professionale a chi lo possiede.
Per questi burocrati il titolo di giornalista non è un titolo, chissà per loro che cos’è? Un fatto che certamente non aiuta nell’educazione alla lettura. Una mortificazione che ha portato all’ennesimo contenzioso tra docenti e Ministero della Pubblica Istruzione, che oltre ad essere mortificati, vedono leso un diritto. Sulla questione una specifica interrogazione parlamentare è stata presentata al Ministro Giuseppe Fioroni, che peraltro è anche un giornalista pubblicista, ma per adesso il quesito giace ancora senza risposta.
Salvatore Pizzo
Corriere di Aversa e Giugliano.it
Solo gli utenti registrati possono commentare!
Effettua il Login o Registrati
oppure accedi via