Iniziativa dell’Unicobas per il precariato

Il sindacato invita a rifiutare cattedre oltre le 18 ore per sollecitare nuove chiamate di precari

L’Unicobas scuola ha oggi inviato un appello a tutti i comitati dei precari e alle organizzazioni sindacali della scuola per limitare il numero di precari che il prossimo anno rimarranno senza contratto: la proposta consiste nel costituire un ‘fronte comune’, alle superiori, dove tutti i docenti sono chiamati a rifiutare eventuali cattedre che superino le 18 ore d’insegnamento settimanale. “In questo modo rivendicheranno – spiega Stefano d’Errico, segretario nazionale Unicobas – il diritto, sancito dall’art. 28 del Ccnl, a non svolgere un orario maggiorato di insegnamento, peraltro retribuito con una ‘mancia’. Nessuno può obbligare i lavoratori della scuola a forme di straordinario obbligatorio“.

Secondo il sindacalista si tratta di una “soluzione finale” inevitabile: “Quest’anno – continua d’Errico – pochissimi precari prenderanno l’incarico alle convocazioni. Con i tagli della riforma Gelmini ed i nuovi quadri orari delle superiori, dopo l’assunzione ai precari vengono ‘scippate’ anche le supplenze. E la situazione è destinata a peggiorare nel corso dei prossimi quattro anni, quando la riforma entrerà a regime. L’assorbimento degli esuberi del personale perdente posto riduce moltissimo gli incarichi“.

Ma a tutto ciò, conseguenza delle riforme e dei tagli alla scuola imposti dalla legge 133/08 (circa 25mila cattedre in meno per tre anni), si aggiunge una recente disposizione degli Uffici scolastici provinciali: ai sindacati risulta che gli ex provveditorati si stanno organizzando per “dare cattedre anche a 24 ore, infischiandosene del limite contrattuale fissato a 18“, ha sottolineato il leader dell’Unicobas.

Da qui l’invito del sindacato di base a tutto il personale docente, “anche di ruolo“: perché “in questo modo gli Uffici scolastici provinciali – dice d’Errico – saranno costretti a chiedere al ministero una integrazione di organico, si libereranno altri posti per i colleghi rimasti senza lavoro e si avranno maggiori garanzie per il futuro“.