In ruolo i docenti di religione cattolica/1

Quando forse non se lo aspettava più nessuno, il ministro Moratti ha mantenuto la promessa fatta in autunno e ha portato in Consiglio dei Ministri il suo disegno di legge per immettere in ruolo i docenti di religione cattolica. Un ritardo giustificato dall’esigenza di garantire copertura finanziaria.
Fra maggioranza e opposizione, di proposte di legge in materia ne erano già state presentate ben 17, attualmente proprio in corso di esame. L’aver assunto direttamente l’iniziativa legislativa in materia denota l’importanza che il Governo vuole attribuire a questa questione, confidando probabilmente nel consenso e nel riconoscimento dell’area cattolica moderata e soprattutto della Cei. Nella passata legislatura ci aveva provato anche l’Ulivo, ma, nonostante disponesse delle condizioni favorevoli per portare in porto la legge, si era perso per strada dopo l’approvazione al Senato.
Il disegno di legge prevede prudenzialmente la copertura del 70% dei posti esistenti, essendo l’insegnamento della religione cattolica opzionale per le famiglie.
Oggi il 93,4% delle famiglie sceglie di avvalersi di questo insegnamento, più al sud che al nord (Studenti che si avvalgono dell’insegnamento della religione cattolica).
Nella scuola dell’infanzia e nella scuola elementare l’insegnamento, che ha durata media settimanale di 2 ore contro una sola ora nella secondaria, è affidato di norma ai docenti stessi della classe, che possono tuttavia dichiararsi non disponibili. In tal caso subentrano docenti esterni.