Immissioni in ruolo. Il ministro Moratti esulta, il sindacato critica

C’era una lotta contro il tempo per nominare in ruolo entro il 31 luglio 35 mila docenti e 5 mila Ata, e il ministro Moratti dichiara soddisfatta che la missione è stata compiuta, mentre la Cgil-scuola controbatte che diverse centinaia di precari, come riportano puntualmente in queste ore i mezzi d’informazione, saranno nominati dopo il 31 di luglio: altro che operazioni regolarmente concluse!

Moratti ricorda che le “40.000 assunzioni a tempo indeterminato appena concluse si aggiungono alle 90.000 effettuate a partire dall’agosto 2001, poco dopo l’insediamento del Governo”.

“Sono particolarmente soddisfatta”, ha concluso il Ministro Moratti, “perché in quattro anni, con l’assunzione di ben 130.000 precari, abbiamo ridotto del 50% il precariato storico nella scuola ereditato dai precedenti governi”.

Panini, segretario della Cgil-scuola le ribatte che l’uso dei numeri deve essere sempre rispettoso della verità altrimenti non è che una operazione di carattere propagandistico: delle 130.000 nomine di cui si vanta il ministro Moratti, ben 90.000 sono state decise e finanziate dal precedente Governo di centro sinistra.Dopo aver confutato la dichiarazione del ministro secondo cui il precariato sarebbe stato fortemente ridotto, Panini conclude dicendo che sarebbe ora che da subito il ministro Moratti si mettesse al lavoro per dare attuazione entro il 30 settembre 2005 a quel piano pluriennale di immissioni in ruolo che il Parlamento è stato costretto di nuovo a ribadire e che non vorremmo venisse relegato dall’incuria del Governo nel dimenticatoio.

Il ministro, per parte sua, non ha nascosto la propria soddisfazione per il fatto che “per la quinta volta consecutiva, anche l’anno scolastico 2005-06 avrà inizio regolarmente in tutte le scuole d’Italia, con gli insegnanti in classe sin dal primo giorno di lezione”.

A dir la verità a Roma l’anno scorso centinaia di nomine vennero concluse verso Natale, ma probabilmente questo al ministro non l’hanno detto.