Il megaponte di Pasqua

Gli alunni che frequentano le scuole scelte come seggi per le elezioni del 9 e 10 aprile mancheranno dalle aule per almeno 10 giorni, considerando le festività pasquali che iniziano il 13: in pratica staranno a casa dall’8 al 18 aprile (e al 19 in Lombardia e nel Trentino). Si tratta di un lungo ponte a più arcate, al quale si aggiungerà nel mese di aprile un altro probabile ponticello, quello del 25 aprile, festività civile che cade di martedì.
Così non è da escludere che per molti studenti i giorni effettivi di scuola in questo mese di aprile si riducano a 13, mentre un ulteriore taglio alla durata reale dell’anno scolastico si profila per gli studenti che frequentano scuole situate nelle molte città dove si terranno le elezioni amministrative il 28 e 29 maggio (chiusura dal 27 al 30 maggio), con voto di ballottaggio l’11 e 12 giugno e chiusura definitiva anticipata al 9 giugno.
E’ facile prevedere che riprendano le polemiche, soprattutto sull’impiego delle scuole come sedi dei seggi elettorali. A protestare sono in molti: gli insegnanti, costretti a completare i programmi e a fare le verifiche di fine d’anno in tempi troppo serrati, i genitori lavoratori alla prese con la sistemazione dei figli in vacanza, e forse una parte degli stessi studenti, quelli che devono “recuperare” qualche insufficienza. E certamente si tornerà a proporre di non utilizzare le scuole come sedi delle urne.
Peccato che questa non nuova idea non risulti essere stata inserita in forma di impegno in nessuno dei programmi presentati dai partiti durante la recente campagna elettorale.