Il decreto legge per le assunzioni è proprio come la Cisl-scuola temeva

C’era forse la segreta speranza che il testo del decreto legge per le immissioni in ruolo, approvato nei giorni scorsi dal Consiglio dei Ministri e pubblicato in Gazzetta Ufficiale (d.l. 30 giugno 2005, n. 115) si aprisse a qualche prospettiva positiva, ma, invece, secondo la Cisl-scuola, l’epilogo temuto è proprio quello.
La Cisl-Scuola “ritiene insensato e strategicamente miope il comportamento del Governo che – dopo aver lasciato inutilmente e colpevolmente trascorrere oltre un anno (la legge 143 risale, infatti, alla primavera del 2004) – si accorge solo ora che non ci sono più margini di tempo utili “… per assicurare il regolare avvio dell’anno scolastico 2005/06“.
Come spesso accaduto nel passato – continua la Cisl-scuola – il Governo si trova nuovamente costretto a rincorrere l’emergenza, con il goffo tentativo di accreditare un provvedimento tardivo, parziale e del tutto insufficiente, sbandierandolo come un atto di grande sensibilità politica.
Ma, con l’alibi falsamente assolutorio dell’urgenza, elude ancora una volta la predisposizione del piano triennale di assunzioni in ruolo voluto dal Parlamento. Elude cioè un intervento programmatico organico, serio, responsabile, calibrato sul reale fabbisogno di copertura di tutti i posti vacanti
“.
Dopo la Cgil-scuola, che ha annunciato l’intenzione di chiedere al Parlamento modifiche sostanziali al provvedimento, si può essere certi che anche la Cisl non si rassegnerà ad accettare quel testo.
Tutto è possibile, perché, visto che l’obiettivo voluto dal ministro Moratti di nominare entro il 31 luglio è già stato assicurato dal decreto legge, il Parlamento potrebbe avere le mani più libere per integrare il provvedimento coerentemente con la legge 143 dell’anno scorso.
Quello che resta inspiegabile è la condizione di emergenza che sempre caratterizza i provvedimenti che interessano la scuola. Quali motivi hanno determinato la necessità di ricorrere al decreto legge quando si sapeva già dall’anno scorso che per effetto di altro provvedimento legislativo il governo avrebbe dovuto varare il piano triennale di assunzioni entro il mese di gennaio? Calcolo politico o difetto di una visione strategica di governo amministrativo? Qualunque sia il motivo, a rimetterci è la scuola (in particolare il personale precario rimasto fuori dalla porta).