Il canto maori per ringraziare la scuola italiana. Ma la nube di cenere …

Mentre le ricerche e le rilevazioni internazionali sui sistemi di istruzione rappresentano da troppo tempo una scuola italiana che arranca e fatica a conseguire livelli di prestazione sufficienti o almeno dignitosi, stupisce che proprio in Italia Paesi di tutto il mondo vengano a scoprire e a imparare la qualità educativa delle nostre scuole.

Non si tratta di una contraddizione ma di una bella anomalia che periodicamente, più volte all’anno, si ripete per merito di Reggio Children e della Istituzione per i nidi e le scuole dell’infanzia, presso il Centro internazionale Loris Malaguzzi.

La settimana scorsa questa occasione di full immersion nel mondo educativo per l’infanzia è stata privilegio di 350 tra educatori, docenti e dirigenti venuti da tutte le parti del mondo (Australia, Canada, Cina, Francia, Grecia, India, Irlanda, Israele, Nuova Zelanda, Norvegia, Portogallo, Arabia Saudita, Singapore, Sud Africa, Svizzera, Tailandia, Turchia, Emirati Arabi, Regno Unito e Stai Uniti).

Una settimana intensa di visite a nidi e scuole dell’infanzia, ascolto di relazioni, approfondimenti su questo sistema educativo tutto made in Italy.

Nelle statistiche internazionali questo pezzo di scuola italiana di eccellenza non è presente con numeri, tabelle e grafici, ma grazie ad esso nelle scuole dell’infanzia di molti Paesi lo stile educativo è… italiano.

Venerdì la conclusione con ringraziamenti e saluti. Per tutti, in segno tangibile di riconoscenza e di apprezzamento, un canto maori intonato da una ventina di educatori della Nuova Zelanda. Il canto, però, non è riuscito a diradare la nube di cenere del vulcano islandese e i 350 educatori sono stati costretti a a prolungare il soggiorno emiliano.