
I rischi di un approccio formale alla matematica
Perché i bambini sono spesso in difficoltà con la matematica? Sono proprio dei matematici a spiegarcelo e, in particolare Phil Rowlands, illustre ‘head teacher’ inglese di matematica e riconosciuto innovatore didattico, sulla base di analisi dei risultati di ricerche sperimentali sull’apprendimento della matematica.
Ciò che colpisce è come sia trascurato, nell’insegnamento della matematica, l’aspetto più importante: gli insegnanti danno per scontato che l’algebra sia una questione ‘naturale’, nonostante possa essere del tutto assente la cognizione di che cosa sia un numero, il numero. Dice Rowlands “Vedere un bambino che opera una semplice addizione utilizzando le dita è il segno evidente di un’impostazione errata dell’insegnamento” e denota quanto il suo insegnante stesso di matematica abbia problemi con questa materia.
Secondo G. Jung i bambini sono geneticamente predisposti all’apprendimento. Vien da chiedersi: come mai sono raramente attratti dalla scuola? E spesso ciò che li spaventa di più è la matematica! Una pratica capace di suscitare una tensione tale da interferire con ogni uso dei numeri e con la risoluzione di semplici problemi dell’ordinaria vita quotidiana.
Nel 1982 è stato pubblicato il più completo dossier sull’insegnamento della matematica ‘MathematicsCounts’ del Dr W. H. Cockroft, che ha potuto rilevare la stessa ansia, imbarazzo e senso di colpa in attempati e affermati accademici riguardo la loro conoscenza e rapporto con la matematica, tutti accomunati da uno stesso ‘odio’ verso questa disciplina sin da quando erano bambini! Il livello di riscontro riguarda ben il 70% degli intervistati.
Sono le stesse esperienze che porteranno alle stesse conseguenze nelle future generazioni? Sembrerebbe così, anche perché recenti studi in USA hanno evidenziato lo stesso approccio formale e scontato nell’insegnamento della matematica e le stesse reazioni negative in larga parte dei bambini e degli allievi più grandi (Frischy 2012, Kentucky, USA).
Una didattica il cui approccio sia rispettoso dello stile di apprendimento del singolo allievo e del suo livello evolutivo vince ogni stress, apre alla partecipazione attiva e creativa, permette un’esperienza cognitiva reale ed efficace. L’adozione di nuovi metodi ha alla base una formazione specifica dell’insegnante e non può prescindere da una revisione critica della sua personale esperienza dello studio e della scuola.
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