Tuttoscuola: Non solo statale

I precari hanno ‘diritto’ al (posto di) lavoro?

Non accenna a placarsi la polemica attorno alla dichiarazione rilasciata dal ministro del lavoro Elsa Fornero al quotidiano economico di New York Wall Street Journal.

Non è pensabile che Elsa Fornero, autorevole docente universitaria e tra i maggiori esperti italiani di questioni previdenziali, abbia voluto intenzionalmente negare l’esistenza per i cittadini italiani in età di lavoro di un ‘diritto’ al lavoro inteso in senso generale, come ‘diritto di lavorare’.

In realtà, come poi ha puntualizzato lo stesso ministro dando l’interpretazione autentica delle sue parole, lei intendeva riferirsi non al lavoro in generale (work), ma allo specifico posto di lavoro (job) occupato pro tempore dal lavoratore: nel primo caso si può parlare di ‘diritto’, nel secondo no perché potrebbero venire a mancare le condizioni che hanno reso possibile l’assunzione del lavoratore.

Il caso più semplice è quello di una fabbrica che chiude. I lavoratori licenziati, ancorché assunti a tempo indeterminato, non hanno diritto a ‘quel’ posto di lavoro che non c’è più ma caso mai ad ‘altri’ posti di lavoro che potranno occupare a determinate condizioni.

Si può dire la stessa cosa per il settore del pubblico impiego, in particolare per il personale della scuola? Il confronto su questo punto è in corso da tempo, e sembra volgere alla applicabilità della norma generale, che prevede la cessazione del rapporto di lavoro, anche al settore della scuola, sia pure dopo una serie di passaggi finalizzati alla conservazione del posto (trasferimenti, riconversioni, utilizzazione in altri comparti pubblici ecc.).

Nel caso dei precari della scuola la cosa si complica. Alcuni, quelli che negli ultimi cinque, ma anche dieci e più anni, hanno sempre lavorato, anche se a tempo determinato, hanno acquisito se non un diritto formale, almeno una legittima aspirazione alla stabilizzazione. Per gli altri, quelli che hanno lavorato saltuariamente o non hanno mai messo piede in una scuola pur essendo inseriti in una graduatoria, non si può dire la stessa cosa: a noi sembra che per questa categoria di ‘precari’ abbia ragione Fornero. Essi non hanno un automatico ‘diritto’ al posto. Avrebbero però il diritto – questo sì – a partecipare a un pubblico concorso per conquistare il posto. Come da Costituzione.

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