I 65enni possono restare solo per raggiungere il minimo o il massimo di pensione

È scaduto da pochi giorni (26 gennaio 2009) il termine utile per presentare o ritirare le domande di pensionamento da parte del personale in servizio. E le segreterie delle scuole le stanno controllando per avviarne la procedura applicativa.

Quest’anno non c’è stato il problema dello scalone o dello scalino degli anni scorsi. Con almeno 58 anni di età e 35 di contribuzione (maturati entro il 31 dicembre prossimo) il personale scolastico ha potuto chiedere il pensionamento anticipato (dimissioni) per lasciare regolarmente il servizio dal prossimo 1° settembre. In proposito il Miur ha fornito indicazioni con la circolare n. 3 del 9 gennaio scorso e con il contestuale decreto ministeriale n. 2.

Qualche problema è sorto per chi ha raggiunto o raggiunge nel corso di questo anno scolastico i 65 anni di età (limite per il pensionamento d’ufficio), ma vuole comunque rimanere in servizio. Un problema analogo è sorto per chi ha comunque raggiunto i 40 anni di anzianità contributiva e vorrebbe continuare l’attività.

Per i primi, i 65enni, il diritto di chiedere di restare in servizio, a differenza di quanto si prevedeva in passato, è circoscritto al solo caso di chi intende rimanere in attività per raggiungere il minimo o il massimo di anzianità, per effetto della legge 133/2008.

Negli altri casi la decisione è ora rimessa discrezionalmente all’amministrazione scolastica. La Funzione pubblica, con circolare n. 10/2008, pur rimettendo ogni decisione alla valutazione discrezionale all’Amministrazione interessata, ha lasciato intendere che la possibilità di permanere è eccezionale, soprattutto per il personale non dirigenziale.

In proposito, per quanto riguarda questi casi di possibile permanenza in servizio, si attende da un giorno all’altro la direttiva del ministro Gelmini che dovrebbe chiarire, come annunciato dal decreto n. 2 del 9 gennaio scorso, se e come consentire la permanenza in servizio.