Tuttoscuola: Non solo statale

Gran Bretagna: niente ‘buoni’ per le scuole private

Il governo laburista di Tony Blair ha seccamente respinto la richiesta di un’associazione di presidi, a capo di 240 scuole private inglesi, considerate tra le più qualificate e prestigiose, di dare ai genitori appartenenti a famiglie povere la possibilità di spendere i “vouchers” (buoni scuola individuali) anche nelle stesse scuole private, oltre che in quelle pubbliche.
Il ministro per la scuola signora Jacqui Smith (il cui incarico corrisponde da noi a quello di sottosegretario) ha detto che il governo intende mantenere fede alla promessa fatta nel 1997, all’inizio del ciclo laburista, di “spendere i soldi dei contribuenti per ridurre il numero degli allievi nelle classi della scuola primaria piuttosto che per finanziare le scuole private“.
Va detto peraltro che queste ultime, le “independent schools“, che accolgono solo il 7% della popolazione scolastica, non hanno mai ricevuto nella loro storia finanziamenti pubblici a nessun titolo (cosa di cui finora si erano sempre fatte un vanto), mentre la stessa cosa non si può dire per buona parte delle scuole pubbliche (frequentate nel complesso dal 93% degli allievi), categoria nella quale sono comprese, oltre alle scuole finanziate e gestite direttamente da soggetti istituzionali pubblici, anche quelle scuole private (“maintened voluntary schools“) che ricevono consistenti finanziamenti, in forma di “grants” (sovvenzioni), dal governo o dalle altre pubbliche amministrazioni.
La richiesta delle scuole private “independent” sembra peraltro ispirata, più che da ragioni economiche, dall’intento di mettere in difficoltà il governo, nella cui agenda politica, confermata nel recente congresso del Labour Party, compare l’ampliamento della libertà di scelta da parte dei genitori. “Ma solo all’interno del sistema pubblico” (però nell’accezione ampia sopra ricordata), è la puntigliosa risposta del ministro per la scuola.

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