Gli effetti dirompenti dei tagli di Tremonti

Ma quali sono gli effetti dei tagli decisi dal ministro Tremonti (decreto 29 novembre 2002, attuativo del decreto legge 194/2002) sul bilancio di questo esercizio 2002? La scuola se ne sta gradualmente, e con crescente preoccupazione, rendendo conto.
Tagli che valgono complessivamente in termini di impegni 805,4 milioni di euro e in termini di pagamenti 1.034,5 milioni di euro (oltre duemila miliardi delle vecchie lire). E non si tratta di riduzione delle previsioni di finanziamento per il prossimo anno, per cui ci sarebbe modo di prepararsi e assestare le previsioni, ma di interventi sulla gestione del 2002 in chiusura, su risorse già assegnate ma non ancora accreditate, cioè annunciate ma non trasferite alle scuole.
In molti casi il ministero aveva già accreditato i finanziamenti in base ai vari capitoli del bilancio, ma il decreto Tremonti ha congelato tutto sulle tesorerie provinciali. Somme che le istituzioni scolastiche per lo più avevano già impegnato, con acquisti già fatturati. I fornitori dovranno ora attendere il prossimo anno (a meno di azioni legali), e le scuole dovranno fare variazioni di bilancio con qualche problema di pareggio.
I guai peggiori riguardano forse il settore privato: le scuole paritarie, a cui poche settimane fa, dopo una lunga attesa, erano stati assicurati gli stanziamenti dovuti per effetto della legge sulla parità, si vedono privare di un finanziamento vitale per la loro sopravvivenza.
Un dirigente della Fism, l’associazione delle scuole materne, ha stimato in circa 24 milioni di vecchie lire per sezione il taglio-Tremonti, con effetti pesantissimi sul bilancio e sul pagamento degli stipendi degli insegnanti, a questo punto da gennaio a rischio.
Una situazione critica non attenuata – se non in prospettiva – dall’emendamento in Finanziaria proposto dalla Commissione bilancio per un bonus per le famiglie (anche in forma di credito d’imposta) che iscrivono i figli a scuole paritarie, che produrrebbe effetti per la scuole, Tremonti permettendo, tra un anno e più. Una misura figlia di un impegno elettorale della Casa delle libertà, attuata peraltro in un contesto ben lontano per la scuola da quello prospettato un anno e mezzo fa (tre “i” e via dicendo).