Gelmini. Numero programmato di immissioni in ruolo

In otto anni previsto il reclutamento programmato di 150mila precari. I concorsi dovranno aspettare

Mentre ieri continuavano le proteste dei precari della scuola, che hanno manifestato in 2.500 a Reggio Calabria e Messina bloccando per alcune ore le banchine dei traghetti e il traffico ferroviario alla stazione di Messina, il ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini è intervenuta di nuovo sulla questione, nel corso di una intervista a Rtl.

Dopo aver confermando che “nell’arco di 8 anni, grazie ai pensionamenti che sono circa 21mila l’anno e grazie anche alle nuove immissioni ruolo, è possibile entro il 2018 dare risposta a tutti i precari che abbiamo ereditato, circa 220mila”, il ministro ha sostenuto che per risolvere il problema dei 220 mila precari della scuola l’unica soluzione è il numero programmato.

“Saranno in particolare 150mila le immissioni ruolo – ha spiegato il ministro – mentre per le restanti 70mila persone si tratterà di contratti a tempo determinato, però a me pare sia già un dato significativo e questo è possibile anche perché noi da quest’anno introduciamo il numero programmato”.

Non ci saranno più spazi aperti a tutti – ha ribadito la Gelmini – perché questa modalità si è dimostrata non valida: nel tempo anziché assegnare posti di lavoro si sono assegnati posti di attesa nelle graduatorie. Calcolare quindi il fabbisogno di professori, la capacità della scuola di assorbire posti di lavoro è l’unico modo per evitare l’insorgenza di nuovo precariato e poter assorbire quello esistente in circa 8 anni”.

Il ministro Gelmini ha ammesso che ciò bloccherà l’ingresso dei giovani: niente nuovi concorsi, dunque.

“Programmare il numero – ha detto – significa sicuramente dare ai giovani non il blocco, ma un numero limitato di posti. D’altra parte ci pare l’unica soluzione possibile, perché noi dobbiamo contemperare l’esigenza di coloro che hanno maturato titoli all’interno della scuola con i migliori, che ovviamente avranno accesso alle lauree magistrali in scienze della formazione proprio perché supereranno dei test e quindi la selezione sarà più dura”.